Domenico Scilipoti e Silvio Berlusconi: scene da un matrimonio. Finito? |
Una delle cose più inquietanti di tutta questa storia di assenze strategiche, non voti, interviste 'minatorie' rilasciate qua e là e gazze tiratrici varie - ché falchi mi pare eccessivo! - è la spavalderia e la spregiudicatezza con cui si muovono taluni, in questo particolare momento storico della nostra repubblica.
Domenico Scilipoti, ad esempio - politico di cui ognuno può giudicare le gesta eroiche compiute dal 14 di dicembre dello scorso anno ad oggi - intervistato dal Corriere della Sera sulla sua assenza chiave durante il voto della Camera di due giorni fa ha dichiarato:
"C'erano rischi? Potevano farmi una telefonatina!"
Come se la responsabilità parlamentare ("responsabilità": vi dice nulla questa parola associata a Scilipoti, Segretario del Movimento di Responsabilità Nazionale?!) fosse, come dire, on demand, a richiesta.
Anzi meglio: on call, su chiamata!
E badate che Scilipoti si è spinto addirittura oltre, nell'analisi della situazione politica del governo, quando ha chiosato:
"Io non ci parlo con quelli che stanno in Parlamento da trent'anni e si propongono come alternativa a Berlusconi" (Scajola e Pisanu, Ndr).
E ha aggiunto: "rin-no-va-re, rin-no-va-re"!
Non è un caso che il Re dei Peones - come lui stesso si è definito a suo tempo - da sempre parli di sé in questi termini, sul suo sito personale:
"Il nuovo che avanza", si definisce.
Il concetto è lo stesso ribadito più volte, l'ultima in un comunicato stampa datato 11 ottobre, due giorni fa (grassetto mio):
"È una cosa triste che personaggi che siedono da trent’anni sugli scanni parlamentari non trovano il buon senso di mettersi da parte e permettere ai veri nuovi, cioè a quelli che fanno i parlamentari solo da pochi anni, di agire"Badate che soltanto una riga prima Scilipoti aveva detto:
"Nella complessa situazione storico-economica che stiamo vivendo, il Presidente Berlusconi rappresenta ancora il nuovo".
Ed ecco le parole di Scilipoti a neppure 24 ore di distanza, nell'intervista al Corriere sopra citata:
"Berlusconi di qua, Berlusconi di là... Senta: io, quando feci la scelta che sappiamo, e che m'è costata cattiverie e insulti, decisi con il Cavaliere un certo tipo di percorso. Ora, visto che le cose non stanno andando come previsto, io entro nel dibattito che s'è sviluppato dentro la maggioranza, e sto, come dicono quelli che parlano bene, nella dialettica, e mi muovo, ascolto".
Come cambiano rapidamente gli scenari parlamentari in questo delicato momento, vero?
Questione di ore, addirittura.
Un po' come il 14 dicembre 2010.
E domani, giorno della fiducia, sarà nuovamente 14.
Che sia un segno?