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lunedì 7 novembre 2011

La nota fantasma del ministero inesistente.

Ieri sera ero sul sito del PdL a cercare di cogliere clima ed umori dello spazio virtuale più vicino a Silvio Berlusconi, quando mi sono imbattuto nel titolo che ovviamente mi aspettavo:


Silvio rassicura i suoi: la maggioranza ha i numeri; nessun passo indietro.

Vado allora a leggere l'articolo corrispondente.

E lì si parla di una telefonata che Silvio Berlusconi ha fatto, "a sorpresa", in occasione di un evento unico e imperdibile, di grande risonanza: un pranzo per i pidiellini lecchesi - delusi compresi - offerto in un ristorante di Garlate dalla Sciura Michela, il Ministro del Turismo Brambilla, in vista del congresso di zona.

Ebbene, spulciando le cronache lecchesi si apprende che la telefonata è stata ricevuta direttamente sul cellulare del Ministro, che poi avrebbe messo in vivavoce per far salutare al Premier la platea (e consentirgli di rassicurare i presenti su numeri della maggioranza, vigoria del governo e quant'altro).

Inutile dire che episodi come questo sono la conferma di una debolezza sempre più strutturale di un leader che oramai dosa le sue comparsate mediatiche col contagocce, rivolgendole quasi esclusivamente al pubblico amico.

La cosa buffa è che sul sito del PdL si legge:


Della fondamentale telefonata di Berlusconi ne darebbe notizia una nota del ministero.

Interessante, soprattutto perché il ministero del Turismo non esiste!

Esiste un Ministro, è vero, ma non c'è un sito istituzionale, né una struttura degna di questo nome.
La targa del Ministro (non del Ministero,
come osservò Gilioli nel post citato).

E la domanda allora è: come può un ministero inesistente produrre una nota fantasma?!

Perché vi assicuro, io l'ho cercata.

Invano.

Anche per questi piccoli dettagli, ho la netta sensazione che quello che resta della perfetta maschera berlusconiana - con le sue smorfie, le sue illusioni, i suoi prodotti patinati, i suoi ministri "di favore" - si stia rapidamente sciogliendo come neve al sole.

Anzi, giacché parliamo di maschere: come una colata di cerone.