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martedì 8 novembre 2011

Una fine ingloriosa.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Nel mio post Il circolo vizioso avevo raccontato come secondo la teoria del Prof. Nassim Nicholas Taleb accada spesso che, per effetto di fortunati eventi, un uomo possa raggiungere altissimi livelli tramite un circolo virtuoso che si autoalimenta.

Quando però questo circolo si spezza allora inizia un circolo vizioso caratterizzato da errori ripetuti che chiamano altri errori senza soluzione di continuità.

Avevo scritto in quell'occasione che per il nostro Premier era cominciata la caduta e avevo espresso la speranza che, per il suo bene e per il nostro, se ne rendesse al più presto conto e rassegnasse le dimissioni.

Sei mesi sono passati da quell'auspicio e Silvio Berlusconi ha disceso quasi tutti  i gradini della ripida scala  senza nessun accenno di resipiscenza. Purtroppo il paese lo ha accompagnato nella sua discesa.

Assisteremo ad una fine ingloriosa e certo non potremo gioirne sia perché non amiamo gioire delle altrui disgrazie sia perché l'Italia intera paga e pagherà per questa drammatica vicenda.

Archiviato il fenomeno Berlusconi spero che gli italiani non dimentichino quanti tra giornalisti, politici, commentatori, intellettuali hanno finto di non vedere, per puro calcolo ed interesse, il baratro nel quale il paese si stava cacciando.
Per costoro nessuna riabilitazione storica sarà mai possibile.

Infine un'esortazione affinché nessun partito dell'opposizione accolga i topi che stanno abbandonando la nave: è giusto che affondino insieme al loro comandante.

Update (9.11.11 ore 16.00)
Sono stato ottimista. Lo spread volagli interessi sui BTP decennali corrono verso l'8/100 (soglia oltre la quale c'è il default) e il nostro Nerone e i suoi fedeli cortigiani tentano, con trucchi meschini, di salvare se stessi. Nel frattempo il baratro - così la Marcegaglia - si apre sotto i nostri piedi.
Altro che fine ingloriosa, siamo di fronte ad una fine tragica che svela, oltre ogni previsione, il cinismo e il disinteresse per la collettività dell'intera classe dirigente di questo paese.