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domenica 13 novembre 2011

Scene da un divorzio.

Si è dimesso davvero.

Berlusconi è salito al Colle e ha rassegnato le sue dimissioni al Presidente Napolitano.

A caldo, il Giornale ha bollato gli italiani indignati che hanno manifestato davanti al Quirinale come "l'Italia dell'odio" (Libero invece li ha definiti sciacalli):


Persino all'estero gli osservatori hanno visto altro.

New York Times:


The Times:
Un'orchestra di musicisti e un coro intonano l'Hallelujah di Händel.
Financial Times:


El País:

Frankfurter Allgemeine:


Per carità: ci sono stati sicuramente anche cori di scherno, male parole, gestacci. Che non dovevano esserci.

Ma diciamolo: prevalentemente gioia e tripudio.
Giubilo, come appunto lo ha definito il Frankfurter Allgemeine.

E forse sarebbe il caso che qualcuno, nel centrodestra, si chiedesse come mai l'abbandono politico del loro leader è salutato dalla folla come una vera e propria liberazione.

E come mai le immagini del Quirinale ricordano così da vicino quelle di molte piazze arabe subito dopo la fine dei rispettivi regimi.

La storia dirà quello che c'è da dire su Silvio Berlusconi.

Quello che possiamo affermare con certezza in questo momento è che una larghissima parte di italiani si sente più leggera.
Forse - e lo dico sottovoce - addirittura migliore.

Passata la sbornia sarà il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare a ricostruire questo paese dalle macerie.

E bisognerà farlo molto presto. Questione di giorni; di ore forse.

Sempre tenendo a mente come siamo arrivati fin qui.

Con la speranza che quello che abbiamo vissuto - e per molti versi stiamo ancora vivendo - ci abbia almeno insegnato qualcosa.