Fortuna che gli 'amici' del Giornale vigilano senza tregua sui soprusi e le ingiustizie perpetrate ai danni dei cittadini italiani dai nostri politici.
Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano, ha "requisito" i consueti biglietti omaggio in possesso del Comune per la prima della Scala - il prossimo 7 dicembre - disponendo che siano normalmente messi in vendita e che parte dei proventi vada alle zone alluvionate di Liguria e Toscana (e un'altra parte alla Fondazione Scala e a "progetti per la città").
Parliamo in tutto di 110 biglietti: 62 tagliandi di platea (2.400 euro) e 58 di palchi (prezzi da 840 a 2.400 euro).
Ebbene prontamente il Giornale ha titolato:
"Demagogia pura", chiosano, perché, essendo presenti le più alte cariche dello Stato:
La sera di Sant’Ambrogio, pertanto, non potranno non essere al Piermarini, dovranno, anzi, necessariamente esserci, anche i massimi rappresentanti dello Stato a Milano, civili e militari. I quali, evidentemente saranno costretti a mettere mano al libretto degli assegni per pagarsi di persona i 1800 o 2000 o 2400 euro del biglietto.
E già, saranno davvero problemi seri per i poveri "rappresentanti dello Stato, civili e militari".
Siamo certi che saranno costretti ad accendere un mutuo, se decideranno di essere ligi al loro "dovere".
E siamo certi che iniziative come questa - e come altre della nuova amministrazione Pisapia (come ad esempio le luminarie natalizie a costo zero) - faranno letteralmente insorgere i cittadini di Milano.
Che presto si riverseranno in Piazza Duomo in segno di protesta, gridando allo scandalo.
Insieme ai massimi rappresentanti dello Stato, civili e militari, lesi nella loro dignità, oltre che nel portafoglio.
In Piazza Duomo mancheranno forse giusto gli alluvionati.
Che potrebbero non avere la possibilità - né la voglia - di fare un salto a Milano per inveire contro un sindaco demagogo.
Ma saranno lì idealmente, col pensiero, insieme a tutti i numerosissimi manifestanti e naturalmente agli amici del Giornale, in difesa dei più elementari diritti.
I diritti dei più forti.