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lunedì 26 dicembre 2011

I maestri e i quaquaraquà.

[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]
Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire” (George Orwell)
Nel salutare Giorgio Bocca che ci ha appena lasciati mi corre l'obbligo di segnalare quella che forse è la più grave colpa del berlusconismo.

Colpa che consiste nell'aver tentato - spesso con successo - di distruggere agli occhi dell'intero paese l'auctoritas di grandi intelluettuali al solo fine di eliminare i Socrate che avrebbero potuto - con le loro parole, con il loro esempio, con il loro magistero - impedire l'operazione di narcosi delle coscienze che il  regime  stava mettendo in atto.

Giorgio Bocca, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Rita Levi Montalcini, sono degli esempi illustri di questa strategia.
Si è permesso che schiere di quaquaraquà - per dirla con Sciascia - infangassero e sbeffeggiassero personaggi illustri  che avrebbero meritato il rispetto, l'ammirazione e la gratitudine dei compatrioti.

Quando un paese perde il rispetto per i suoi maestri, per quel paese è difficile immaginare un futuro.

Ecco uno spread, forse più importante di quello tra i Btp e i Bundes, che dobbiamo recuperare se vogliamo sperare di risalire la china.


Lo spread tra il nostro sistema di valori  e quello delle più mature democrazie avanzate.