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lunedì 26 marzo 2012

Provvisorio quindi definitivo.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Leggiamo  su un quotidiano che dopo un esposto del Codacons, la Procura di Varese ha delegato la Guardia di Finanza a recarsi nelle sedi delle principali compagnie petrolifere italiane, a Roma, Milano e Genova, e "acquisire varia documentazione" al fine di accertare l’esistenza di eventuali manovre speculative.
Il motivo di tanta solerzia è del tutto evidente: la benzina costa ormai quasi 2 euro al litro
Il prezzo della benzina in Italia è dunque il più alto d'Europa (tanto per essere precisi il costo medio di un litro di benzina nell'Ue è di 1,605 euro).
Inutile dire - lo sanno tutti - che tale primato è dovuto al prelievo fiscale: il peso delle tasse sulla benzina è arrivato infatti al 58%, oltre un euro sul costo di un litro di verde.

Allora ci permettiamo di suggerire al nostro governo "medice cura te ipsum" altro che cartello delle compagnie. 

Ricordiamo le accise* che gravano sul prezioso carburante:


0,00103 euro per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935-1936;
0,00723 euro  per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
0,00516 euro per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
0,00516 euro per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966;
0,00516 euro per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
0,0511 euro per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
0,0387 euro per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980;
0,106 euro per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
0,0114 euro per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011.

Inoltre, dal 1999, le Regioni hanno la facoltà di imporre accise regionali sui carburanti.
Ma non basta: ora occorre sommare l'imposta di fabbricazione sui carburanti, per un totale finale di 70,42 centesimi di euro per la benzina e 59,32 per il gasolio. 
Su queste accise viene  poi  applicata anche l'IVA al 21% realizzando così una tassa sulla tassa.

Chiediamo dunque sommessamente:
 Ma - fatte salve le direttive dell'Unione europea - non si può ridurre qualcuna di queste accise?

Va bene che, per dirla con Ennio Flaiano, "In Italia nulla è più definitivo del provvisorioma è davvero ridicolo che, a distanza di 77 anni,  si continui a pagare un'imposta per il finanziamento della guerra di Etiopia, per citare solo il caso più eclatante.

Credo che il rinnovamento in questo paese debba cominciare anche da qui: piccoli segnali di avvio alla normalità.
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*Per accisa si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo che va a gravare non sul valore del bene - come, per esempio, l'IVA -  ma sulla quantità.