[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]
Brutte notizie: la creatività sta morendo.
Kyung Hee Kim |
In un recente articolo* Kyung Hee Kim (professore associato di psicologia dell'educazione presso il College William & Mary a Williamsburg, Virginia) ha discusso il declino della creatività.
Kim ha sottoposto al test di Torrance** - il cosiddetto T.T.C.T, ovvero Torrance Test of Creative Thinking che misura per l'appunto la creatività - quasi 300.000 americani adulti e bambini.
I risultati di questo accurato esperimento dicono che in America negli ultimi venti anni la creatività è letteralmente crollata.
Ovviamente il lavoro della professoressa Kim ha ha catturato l'attenzione di insegnanti e psicologi di tutto il paese (si legga l'interessante intervista alla scienziata nel blog dell' Encyclopædia Britannica) e ha creato un vero e proprio allarme sociale dal momento che la creatività riveste un ruolo di grandissima importanza.
Kim ha sottoposto al test di Torrance** - il cosiddetto T.T.C.T, ovvero Torrance Test of Creative Thinking che misura per l'appunto la creatività - quasi 300.000 americani adulti e bambini.
I risultati di questo accurato esperimento dicono che in America negli ultimi venti anni la creatività è letteralmente crollata.
Ovviamente il lavoro della professoressa Kim ha ha catturato l'attenzione di insegnanti e psicologi di tutto il paese (si legga l'interessante intervista alla scienziata nel blog dell' Encyclopædia Britannica) e ha creato un vero e proprio allarme sociale dal momento che la creatività riveste un ruolo di grandissima importanza.
Qui vi è luogo per porre l'enfasi su una delicata questione. Molti mettono sullo stesso piano intelligenza e creatività ma sbagliano.
I test d'intelligenza standard misurano il pensiero convergente, che è la capacità di elaborare una sola risposta corretta, mentre la creatività coinvolge il pensiero divergente, che è la capacità di trovare risposte nuove e insolite.
I paesi che investono in creatività possono aspettarsi nuovi modi di vita e di governance, nuovi materiali e strumenti, nuove tecnologie e professioni che non possiamo neanche immaginare. Questo è il motivo per cui è così importante riconoscere l'importanza della creatività, non spegnerla, incoraggiarla, favorirla, premiarla, se non vogliamo che un Paese resti drammaticamente indietro.
Peraltro la creatività è indissolubilmente legata alla capacità critica dell'individuo e questo spiega forse perché il sistema tenda ad ostacolarla. Inutile dire che i genitori e gli insegnanti - specialmente nella scuola materna e primaria - sono i principali responsabili del fenomeno riscontrato. La creatività, infatti, è innata nel bambino e prima ancora che favorirla occorre conservarla.
Alf Rehn |
Il perché ce lo spiega, nell'affascinante affascinante libro Dangerous Ideas, come trasformare il pensiero provocatorio nella risorsa più preziosa (Angeli editore, 2012), Alf Rehn.
Alf ha 39 anni, è un business thinker attualmente titolare della cattedra di Direzione e Organizzazione nella Åbo Akademi University in Finlandia.***
Il pensiero libero, dice Rehn, "è provocatorio e pericoloso". Quindi la creatività comporta una grande fatica. Secondo le neuroscienze essere innovativi, inventivi non è piacevole ma sgradevole.
Il cervello è pigro e può diventare il peggior censore delle idee creative. È un organo che ama gli schemi e le ripetizioni, e odia e scoraggia la novità. Fintanto che lo nutriamo di idee che può facilmente incasellare nei suoi schemi, ci gratifica con dosi di dopamina che ci fanno stare bene. Quando invece pensiamo a cose provocatorie e innovative, il rubinetto della dopamina si chiude e aumenta la produzione di ormoni e di stress: il cervello vuole farci capire che quando siamo creativi, non è contento di noi. E ci fa soffrire.
Occorre dunque, ci suggerisce Rehn, un vero e proprio esercizio per essere creativi. Occorre imparare a "spegnere il cervello " o almeno la sua parte più conservatrice.
Ecco perché, per tornare ad un mio leit motiv, le rivoluzioni copernicane sono così difficili da accettare.Il modo migliore per essere creativi, quindi, è riflettere soprattutto sulle cose che tendiamo a disapprovare. La prossima volta che bolli un'idea come sgradevole, fermati e domandati: cosa stai cerando di proteggere? Cosa vuoi evitare di imparare? Avvertire disgusto per un'idea è il primo segnale che abbiamo raggiunto i limiti imposti dal nostro cervello. Oltre quella palizzata c'è la creatività.Parola di Alf Rehn.
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*The creativity crisis: The decrease in creative thinking scores on the Torrance Tests of Creative Thinking (Creativity Research Journal, Volume 23, Issue 4, 2011 pp.285-295)
**Torrance E.P., Test di pensiero creativo, O.S, Firenze, 1989
***Thinkers 50 , la più importante classifica in questo campo, ha inserito Alf Rehn tra i più promettenti "Business Thinkers" del futuro, mentre il Times lo ha indicato come la nuova stella emergente nel pensiero manageriale.