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domenica 23 ottobre 2011

Non è (più) la Rai...


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Tutto in pochi anni, badate.

Diciamo sei, grosso modo.

Un flop dietro l'altro.

A spese nostre, naturalmente.

E della libertà di opinione.

Sono anni che la tv di stato va puntualmente incontro a clamorosi insuccessi, fabbricando funamboliche patacche dorate che crollano ai primi scossoni.

Dal TgUnno dell'Attila dell'informazione, Minzolini - in perenne discesa verso gli Inferi nei grafici relativi allo share - al disastro di Maurizio Costanzo (la riedizione di Bontà loro); dalla débacle della Perego (Se a casa di Paola) al flop dei flop di Vittorio Sgarbi; dall'indecente sperpero di denaro per Radio Londra di Giuliano Ferrara - che dati gli ascolti deludenti si dice verrà spostato all'ora di pranzo - ai recentissimi flop di Pino Insegno (Me lo dicono tutti) e di Francesco Facchinetti (Star Academy).

Nel mezzo, le crociate contro i programmi più amati (dal pubblico) condotti dai personaggi più odiati (dai politici filogovernativi): Santoro, Gabanelli, Dandini.

Santoro, dopo anni di guerriglia, ha preso baracca e burattini e ha cambiato aria.

Alla Dandini non è stato rinnovato il contratto e il suo Parla con me è dunque approdato a La7.

Stessa sorte per la premiata coppia Fazio-Saviano, alla quale la Rai è riuscita a dare il benservito dopo l'incredibile successo di pubblico di Vieni via con me, che pertanto rivedremo, sì, ma su La7.

Una sequela di coincidenze che appaiono talmente inquietanti da lasciare poco adito al dubbio, non credete?

Cui si aggiungono, giorno dopo giorno, notizie sempre nuove ma dello stesso segno: come quella che riferisce dei tagli per Rai Internazionale, canale dedicato agli italiani all'estero, considerato ormai un lusso insostenibile.

Insomma, il piano per svuotare la Rai di contenuti e stroncarne la competitività è pressoché realizzato.

Mediaset ringrazia e la famiglia Berlusconi se la ride.

A noi resta il ricordo di una televisione pubblica che non c'è più e che, salvo rare eccezioni, può ormai definirsi più che altro deprimente e frustrante.

Ditemi quello che volete, ma a me riecheggiano nella mente le parole del Piano di Rinascita Democratica della P2 di Licio Gelli, che tra i suoi obiettivi aveva quello di "dissolvere la RAI-TV", naturalmente in favore di una presunta libertà di antenna, necessaria per diffondere i propri tentacoli nella società per poi impadronirsi delle istituzioni.

Renato Zero, nel suo successo Viva la Rai, cantava: "ormai questo cervello avrà un padrone, lo sai?"

Chi sia, oggi, questo padrone, credo sia oramai inequivocabile.