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lunedì 25 luglio 2011

Senza parole.



Credevamo, speravamo anzi, che il fondo fosse già stato toccato.

Le reazioni scomposte alla tragedia di Oslo di certi "cattivi maestri" della carta stampata ci erano parse il manifesto più eclatante di quanti, per motivi diversi, indulgono nell'impersonare il ruolo infame di piazzista dell'intolleranza.

Il Prof. Woland, a dire il vero, si era spinto giusto ieri ad ipotizzare che l'Italia potesse non essere del tutto immune dai germi di quei comportamenti improntati al più bieco disprezzo non solo dell'altro - che sarebbe riduttivo - quanto della vita stessa, come quello messo in atto dall'attentatore norvegese Anders Behring Breivik, che ha volontariamente provocato la morte di 93 persone in nome del fondamentalismo cristiano anti-islamico.

Ebbene il fondo non era stato ancora toccato e quei germi dell'intolleranza nostrana si sono manifestati in tutta la loro drammaticità.

Bruno Berardi, presidente dell'Associazione Domus Civitas, vittime della mafia e del terrorismo ed esponente di Fiamma Tricolore, ha reso ieri la seguente dichiarazione:
«Finalmente si sta risvegliando una coscienza comune per difendersi dalle forti invasioni che i cercatori di profitti a ogni costo di tutto il mondo ci hanno costretto a subire tenendoci in ostaggio con mille bugie senza poter reagire. Questa gente distrugge il nostro benessere, la nostra religione cristiana e la nostra cultura. Pertanto viva Breivik».
Lascio ai giuristi l'analisi tecnica di una simile affermazione.

Martin Luther King ha detto:
Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro.
Sia ben chiaro: vale anche per le parole.