Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 24 luglio 2011

Strage di Oslo: i frutti dell'intolleranza.





[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Anders Behring Breivik, l'estremista cristiano norvegese arrestato per la duplice strage compiuta venerdì a Oslo - in cui almeno 92 persone sono rimaste uccise - si descrive come «single, cristiano e conservatore», che odia Islam, multiculturalismo, marxismo.

Sia detto con grande serietà, viene quasi da chiedersi se dobbiamo preoccuparci anche per l'Italia: la nostra scena politica pullula infatti di cristiani e/o conservatori che odiano Islam, multiculturalismo e marxismo.

Se poi volessimo imitare lo stile di certi mestatori nel torbido sarebbe facile ora additare al pubblico ludibrio i nostri "cattivi maestri".

Ci limitiamo invece a rammentare a tutti di coltivare la tolleranza e il rispetto del diverso (si veda il post di ieri "Chi semina vento raccoglie tempesta") condannando nel modo più reciso l'uso strumentale - di infima politica - dell'intolleranza.

A tale proposito invitiamo chi non l'avesse fatto a leggere lo straordinario libro di Italo MereuStoria dell'intolleranza in Europa. Sospettare e punire, Bompiani editore, Milano 1979, di cui ricordiamo la frase che fa da perno all'opera:
"Suspicio non est cognitio certa sed dubitatio incerta"
È soprattutto nel sospetto per il diverso, infatti, che si può ravvisare la genesi dell'intolleranza.


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Commenti (2)

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La strage di Oslo è l’ultima delle notizie tragiche che ha caratterizzato questo week-end.
Quello che stiamo vivendo è la tipica situazione di anomia sociale, una mancanza di regole adeguate ai tempi che viviamo. Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento epocale.
Potremmo considerare l’umanità come nella fase di passaggio dall’adolescenza alla maturità.
Ritengo che, la coscienza sociale del cambiamento in atto non abbia raggiunto nemmeno la sufficienza, purtroppo gli atti inconsulti e tragici dovranno ancora inevitabilmente aumentare.
Stiamo vivendo questo cambiamento con regole non adeguate sia dal punto di vista economico, politico e religioso, la conseguenza di questa inconsapevolezza è la paura e l’insicurezza che in alcune situazioni si tramuta in rabbia e odio. Cosa fare? Cosa proporre? Quale strada intraprendere?
Le risposte per la soluzione dei nostri problemi già esistono, sono disponibili e probabilmente le conosciamo già….. ma non le vogliamo accettare come buone e capaci di soluzione.

Grazie
DavideB
1 risposta · attivo meno di un minuto fa
Caro David,
indubbiamente lei ha ragione: i tempi sono confusi ed estremamente complessi.
Quanto alle possibili vie di salvezza rimando al mio post La fragilità del bene e l’umiltà del male
W.

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