Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 2 luglio 2011

Casa.

Il Sassolungo e il Sassopiatto, da Santa Cristina in Val Gardena.
Sentirsi a casa è un concetto cui facciamo spesso riferimento nei nostri discorsi, nei nostri pensieri.

Si può applicare ad una città, ad un paese, ad un ambiente particolare, ad una relazione amicale o sentimentale.

E' una sensazione che riguarda come e quanto ci sembra familiare un qualcosa che stiamo "vivendo".

Può dipendere da un particolare suono, da un odore, da un immagine che ci portiamo dentro, da un ricordo, da un'esperienza episodica, da un sogno, da un vissuto d'infanzia.

Ebbene, in questo primo sabato di luglio sono qui, per qualche giorno, davanti a quelle cime che avete visto in apertura di post.

Non sto a spiegarvi perché - vi basti sapere che nasco "cittadino"... - ma in ogni caso ci tenevo a dirvelo: oggi mi sento a casa.


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