Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

domenica 24 luglio 2011

Il Parlamento e i tordi beffeggiatori.

The mockingbird
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Conoscete il tordo beffeggiatore?
È uno straordinario uccello che vive in Nordamerica. Il suo nome scientifico - mimus polyglottus - dà già un buon indizio sulla sua caratteristica principale: il nostro mimo ha uno straordinario talento nell'imitare i versi degli altri uccelli e addirittura: 
"il chiocciare della gallina, il gracidare delle oche e delle anatre, il miagolare dei gatti, l'abbajare dei cani, il grugnire dei majali,- e non basta ; lo stridere delle banderuole, il cigolare delle porte, il rumore che fa la sega, il mulino, e cento altri rumori che imita con la più sorprendente naturalezza"
(dalla Storia naturale del grande zoologo piemontese dell'ottocento Michele Lessona).
Perché ve ne parlo? 
Per via di una recente scoperta scientifica: il tordo beffeggiatore è ora presente anche in Europa! 
Lo straordinario privilegio, anzi, spetta proprio all'Italia. 
Per il momento se ne trovano solo alcune centinaia di esemplari e il loro habitat naturale è il Parlamento Italiano. 
Il mimo italico si differenzia da quello nordamericano per un particolare: egli imita esclusivamente il verso del capo.
Da quando, infatti,  è entrata in  vigore l'attuale  legge elettorale*- ideata principalmente dal ministro Roberto Calderoli e da lui stesso definita in un'intervista "una porcata" e per questo ribattezzata dal politologo Giovanni Sartori porcellum - i parlamentari non rispondono più né agli elettori né alla propria coscienza.
Nominati dalle segreterie di partito, danno mostra soprattutto di vivere col terrore di non essere rieletti. Nella votazione sull'arresto di Papa si è arrivati al punto che alcuni leghisti - compreso il capogruppo Marco Reguzzoni - hanno ritenuto necessario fotografare il proprio voto col telefonino per poter dimostrare l'avvenuta ottemperanza agli ordini di scuderia.

Mi è tornato allora  alla mente Alain Gerber scrittore e critico di jazz francese. 
Nel suo romanzo Miles, ce feu paisible (Fayard, giugno 2010) - il protagonista è Miles David uno dei più influenti e innovativi rappresentati della musica jazz del XX secolo - leggiamo il seguente brano (il padre del musicista si rivolge al figlio):
"Est-ce que tu as parcouru tout ce chemin pour m’apprendre que tu allais devenir un oiseau moqueur, Miles ? Si c’est le cas, tu peux tout de suite t’en retourner d’où tu viens. En revanche, si tu as l'intention de chanter ta propre chanson, je te bénis. Je te bénis, quoi qu'il puisse t'arriver."
Potremmo tradurre:
"Hai percorso tutta questa strada per farmi sapere che stai diventando un tordo beffeggiatore, Miles? Se è così puoi tornartene da dove sei venuto. Se invece hai intenzione di suonare la tua musica, io ti benedico. Io ti benedico qualunque cosa possa accaderti."
È questo è il monito che ci sentiamo di rivolgere ai nostri parlamentari affinché il Parlamento riacquisti la sua dignità:
"Se avete intezione di suonare la vostra musica, restate pure; altrimenti tornate da dove siete venuti"
Per il bene del nostro paese.

P.P. [Post Post] Poiché il nome inglese del tordo beffeggiatore è mockingbird, non posso non citare il bellissimo romanzo di Harper Lee To kill a Mockingbird (1960), edito in Italia nel 1962 col titolo Il buio oltre la siepe (Feltrinelli). Da questo romanzo - il cui leit motiv è la lotta contro il pregiudizio razziale e la paura del diverso - è stato tratto il film omonimo con uno straordinario Gregory Peck (l'interpretazione gli valse l'oscar 1963 come miglior protagonista).
____________________________________________________________
*legge n. 270 del 21 dicembre 2005


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...