Il
1 di luglio gli amici del
Giornale titolavano così la loro prima pagina:
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In sintesi:
- grande risalto all' (unico) intervento di detassazione;
- la manovra definita come "piano di rilancio del governo";
- l'annuncio di tagli agli stipendi e ai privilegi della casta politica.
Tutto molto bello, no?
Ebbene oggi, 6 luglio 2011, il Giornale on-line annuncia trionfante:
"Cambia tutto", ci dicono giubilanti!
Salvo aggiungere, all'interno dell'
articolo, che in tema di pensioni "
il come è tutto da decidere" e soprattutto che, udite udite:
"i tagli alla politica si confermano una misura dal valore più simbolico che economico".
Come vedete, oramai è acclarato: al Giornale, ogni giorno di più, non sanno che pesci prendere per parare i colpi dell'impopolarità crescente del governo e del Sire di Arcore.
E in preda a questo stato confusionale, badate bene, cominciano non solo a mettere le mani avanti, bensì addirittura, in qualche circostanza, a dire la verità.
L'ennesimo segnale che il reame di Silvio, pezzo dopo pezzo, sta inesorabilmente crollando.
Quando dire la verità è l'emblema del crollo.