Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 20 luglio 2011

L'ultima del Giornale: Silvio come Murdoch.

Il mondo dell'informazione berlusconiana come quello del film di Cristopher Nolan.
Silvio Berlusconi ne colleziona un'altra.

Di inchiesta, s'intende.

E' di ieri la notizia che il Premier è indagato per abuso d'ufficio per aver fatto pressioni sull'AgCom e sul Direttore Generale della Rai per far chiudere Annozero.

Vicenda gravissima, naturalmente, se venisse confermata (il che, dopo il famoso editto bulgaro di Berlusconi del 2002, non appare certo inverosimile).

Ed ecco allora che il Giornale parte lancia in resta.

Questa la notizia di ieri sul sito online:



La colpa, naturalmente, è dei magistrati.

La cosa più inquietante è che nell'articolo - guarda caso - non si spreca neppure mezza riga sulle intercettazioni che hanno condotto all'inchiesta, cosicché l'accusa appare davvero fondata sul nulla.

Nel pezzo di oggi, invece, c'è una certa aura relativa alle intercettazioni, ma il termine non viene mai usato e si preferisce optare per "chiacchierate" o locuzioni del tipo "quando Silvio alzava la cornetta", giusto per dare maggiormente l'idea della presunta "violazione della privacy", cavallo di battaglia dei berluscones sull'argomento.

Ma il pezzo forte, in tal senso, è della versione cartacea del Giornale di oggi. Guardate qua:




Visto?
"Le intercettazioni al Premier illegali come quelle di Murdoch"
E qui la cosa, dopo aver strappato un sorriso, fa letteralmente indignare.

Perché qui siamo alla disinformazione pura al limite dell'eversivo.

Giusto per ricordarlo: la Procura della Repubblica di Trani, mentre indagava su una vicenda di truffa ed usura, nel corso di intercettazioni disposte per l'indagine in atto, si imbatte in 18 (diciotto!) telefonate contenenti presunte pressioni per fare chiudere "Annozero" di Santoro e regolare in qualche modo "Ballarò" e "Parla con me".
La Procura apre, com'è suo diritto e dovere fare, una nuova indagine sulla vicenda.

La storia inizia così: nessun illecito, dunque, ma al contrario un atto dovuto.

Un altro pianeta rispetto alle intercettazioni di Murdoch compiute illecitamente dai giornalisti di News of the World.

Ma tant'è: qualsiasi mezzo è buono per alterare la verità e innestare il seme dell'odio nei confronti della magistratura.

Usque tandem, Giornale, abutere patientia nostra con questo scempio incessante dell'informazione a mezzo stampa?


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