Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 5 luglio 2011

Così, giusto per chiederselo.



Ricordate la vicenda dell'autista romano sorpreso (e filmato) con due cellulari, uno per mano, a guidare con i gomiti?

Ebbene è di oggi la notizia che la sanzione comminata da una commissione congiunta Regione-azienda dei trasporti è stata la seguente: 30 giorni di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.

La nota positiva è che l'autista si è reso disponibile a trascorrere il periodo di sospensione prestando servizio gratuito presso una Onlus di disabili.

Mi sembra davvero una buona conclusione della vicenda.

Ora la domanda che vi faccio è: ma se un autista che conduce un autobus con i gomiti viene sospeso e obbligato a risarcire il danno attraverso 30 giorni di lavori socialmente utili, quanti anni di lavori socialmente utili dovrebbe essere obbligato a prestare un Premier di un paese a caso - prendiamo l'Italia - per risarcire una società che da 17 anni conduce con i piedi?

Così, giusto per chiederselo.


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