Ha detto ad esempio: "se la D'Addario era attendibile ieri, lo è anche oggi; se non lo era ieri non lo è neppure oggi".
Peccato che un testimone può invece essere attendibile ieri e non oggi; oggi e non ieri; né oggi né ieri; sia ieri che oggi!
Solo una cosa invece è certa: se oggi la D'Addario non smentisce la sostanza dei fatti che ieri ha rivelato, l'unica cosa che non si può fare è proprio usare la notizia di oggi come se avesse smentito quanto dichiarato ieri.
L'Augusto dell'informazione va invece ben oltre, naturalmente: non solo crede di poter calare l'asso nascosto nella manica della (inesistente) smentita, ma addirittura rivendica la censura operata dal suo telegiornale due anni fa sulle rivelazioni della D'Addario (dal 17 al 25 giugno 2009 il silenzio regnò sovrano, come potete verificare nel Libro bianco del Tg1 curato da alcuni esponenti del comitato di redazione di allora).
Per concludere - udite udite - affermando serenamente:
"tutti possono sbagliare, com'è successo due anni fa a buona parte della stampa italiana".
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