Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 16 luglio 2011

La tomba abbandonata di Giovanni Verga: "Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri".


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte [...]
Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusïon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto,
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
(Ugo Foscolo, I Sepolcri )  

La foto in apertura di post mostra la tomba che si trova  nel viale degli uomini illustri del Cimitero Monumentale di Catania. 
Come si può vedere la tomba appare abbandonata: marmo rotto, spazzatura, un misero mazzo di rose finte in  un vasetto, fiori secchi.

Leggiamo sulla lapide GIOVANNI VERGA  (nato) II IX MDCCCXL.

Il sospetto che si tratti del grande scrittore siciliano c'è: i giornali ne hanno parlato, si è gridato allo scandalo, è intervenuto il sottosegretario ai Beni Culturali Riccardo Villari rammentando la statura dello scrittore siciliano padre del Verismo.

Ecco la replica del Comune di Catania:
«La tomba dello scrittore Giovanni Verga è in uno stato di decoro ed è stata anche ripulita. Spiace che per una vicenda più mediatica che di sostanza si sia persino scomodato un sottosegretario di Stato, conosciuto peraltro per le sue notevoli capacità di adattamento ai mutamenti del clima politico [...] la foto diffusa non è quella della tomba dello scrittore»
Giovanni Verga
Restano da capire alcune circostanze:

  1. Cosa abbiano a che fare con la vicenda le "notevoli capacità di adattamento ai mutamenti del clima politico" del senatore Villari.
  2. Chi è l'omonimo Giovanni Verga nato nello stesso giorno (2 settembre 1840) che riposa nel viale degli uomini illustri della foto?
  3. La Fondazione Giovanni Verganel cui consiglio di amministrazione siede tra gli altri il sindaco Raffaele Stancanelli,  ha tra i suoi  scopi - sia pure all'undicesimo posto su dodici -  "dare più degna e solenne sistemazione ed ubicazione alla tomba del Verga". È  al corrente della questione? Ha qualcosa da dichiarare?
In attesa di risposte mi sento d'affermare che se si accertasse che la tomba del grande scrittore versa nello stato pietoso mostrato nella foto ne rimarrei decisamente sorpreso: è noto, infatti, il grande rispetto che l'Italia nutre per la cultura.


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