Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 29 giugno 2011

Goodbye buon vecchio pi greco arriva il tau.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

In estate, lo sappiamo, le notizie languono ed allora ecco i giornalisti scatenarsi nell'inventarne di appassionanti: allarme per il caldo torrido, invasione di zanzare tigre, meduse killer e così via.

Ma che si unissero al coro pure i miei colleghi matematici, questo proprio non lo pensavo.

Lo scorso 28 giugno con grande enfasi, soprattutto nel mondo anglosassone, è stato rilanciata la festa del tau.
Già perché il 28 giugno è il Tau Day. 
Con la lettera greca τ si è proposto di indicare il doppio di π (pi greco), il celebre numero irrazionale e trascendente che abbiamo conosciuto fin  dalle elementari e che si è soliti approssimare con 3,14.

puntini puntini, naturalmente
Dico approssimare perché essendo π, come s'è già detto, irrazionale, non si può esprimere con un numero finito di decimali.

Perché il 28 giugno è il Tau Day? Perché il 28-6 negli USA e nel Regno Unito  diventa 6-28: il doppio, appunto, del famoso 3,14 (naturalmente il pi greco si festeggerà il 14 marzo).

Ebbene dei matematici buontemponi - Kevin Houston dell'Università di  Leeds è uno di questi - sostengono che si avrebbe un gran guadagno per tutti (studenti in prima fila) usando il τ invece del π (credo che la storia sia nata dall'articolo di Bob Palais "π  is wrong").

Non starò a raccontarvi altro perché anche i profani credo si rendano conto che si tratta di una idea pazzerella  (anche se sostenuta con articoli seri come The Tau Manifesto).

Quel che mi preme qui ricordare è una delle leggi generali sulla stupidità che Carlo Maria Cipolla  (storico ed economista, professore a Pisa e poi a all'Università di Berkely in California) ha enunciato nello spassoso libriccino  The Basic Laws of Human Stupidity (The Mad Millers, 1976)  poi edito anche in Italia col titolo Allegro ma non troppo (Il Mulino, 1988):
"La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona".
Ciò implica che anche un premio Nobel può essere stupido e che il numero degli stupidi, in qualunque insieme, è pressoché costante.

Sia detto "allegramente ma non troppo" e con tutto il rispetto.


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Commenti (3)

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nella mia quasi totale ignoranza nella matematica (ero modesto in tale materia nel già modesto programma del liceo classico degli anni settanta) mi sono fatto un’idea molto rozza e personale:
i numeri non esistono, sono presenti solo nella testa dei matematici, anche se, a volte, la realtà somiglia ai numeri;
lo chiesi a un giovane matematico di torino se la matematica esiste o è solo nella testa dei matematici, e lui mi rispose con cortesia, gentilezza, ma sostanzialmente lasciando sospesa la risposta (o forse io non l’ho capita, che è anche più probabile)
siccome i concetti matematici astratti sono solo umani, tipo lo zero, il concetto di infinito e la nozione di infinità numerabile, allora è palese che la matematica è solo nella testa degli uomini, in modo elementare, e in modo molto sviluppato, nei matematici
ovviamente le mie son stupidaggini da ignorante, prof. w., non le consideri neppure che non lo meritano
1 risposta · attivo 718 settimane fa
Caro Diego,
Mi dica: cos'è la realtà per lei? comunque nulla esiste se non nella testa degli uomini. In questo i numeri non fanno affatto eccezione. Lei ha perfettamente ragione.
W
caro prof. w., è una domanda molto impegnativa, però tentiamo una metafora;

se io dico «passando per il cortile ho pestato la coda al gatto», la sensazione che dà questa frase non è la stessa se dico «passando per il cortile ho visto volare un ippogrifo»

cos’hanno di diverso il gatto e l’ippogrifo? l’ippogrifo è una bella invenzione di qualche arcaico poeta, il gatto invece è una delle tante forme in cui la vita si è adattata nel corso di milioni di anni

quindi per me è realtà tutto ciò che non è invenzione «puramente» umana, anche se ogni concetto, come quello di gatto ad esempio, è ovviamente un’astrazione (di cui però son capaci anche i topi, che infatti scappano)

certo, è difficile avere un perimetro esatto, giacchè tutto non è che quello che il nostro cervello, nel flusso immenso di stimoli che gli arrivano, decide di «ritagliare» dallo sfondo indistinto delle sensazioni

la matematica, è un gatto o un ippogrifo? credo più un ippogrifo, e per questo è molto bella, perchè squisitamente prodotta dalla mirabile corteccia celebrale, così come accade per la musica e le altre arti, che partono da materiali reali ma poi sono un mirabile umano assemblaggio creativo

questo quel che mi sovviene così alla buona grande prof. w., ma di certo non ambisco esser preso sul serio

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