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Tali Sharot |

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"La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale" (Immanuel Kant)
La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
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Tali Sharot |
Le lenti rosa dell'ottimismo.
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Lisa · 721 settimane fa
.........E la vita non mi stanca.
E anche tu non dovrai stancartene. Vivi!
E' veramente buono battersi con persuasione,
abbracciare la vita e vivere con passione,
perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa!
LA VITA E' TROPPO BELLA PER ESSERE INSIGNIFICANTE !!
CHARLIE CHAPLIN
Lisa
Prof_Woland 59p · 721 settimane fa
sei davvero straordinaria. Hai persino aggiunto un punto esclamativo all'ultimo verso!
diegod56 50p · 721 settimane fa
alcune dichiarazioni dello scienziato e. boncinelli, riguardo la natura dell'io, ben si ricollegano a questo ottimismo apparentemente ingannevole; infatti alla domanda su cosa sia l'io, il «sè», quel sentirci «noi stessi» che noi umani proviamo, boncinelli risponde che è in sostanza un imbroglio, una sorta di «trompe l’oeil» (esempio mio, non del boncinelli), una apparenza evocata dalla nostra corteccia celebrale;
dunque, penso io, un pò tutto il nostro «sentirci nel mondo» è condizionato da una serie di «errori» che sono appunto indispensabili per vivere, per agire e, per converso, se fossimo continuamente perfettamente coscienti di quel che è il vero, saremmo paralizzati
comunque, una bella segnalazione
My recent post sul creare saggio in tre righe
Prof_Woland 59p · 720 settimane fa
complimenti: lei ha tratto dal post dei suggestivi corollari.
Grazie
W