Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 17 giugno 2011

La psicosi del batterio killer.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Recentemente, abbiamo spesso avuto modo di parlare del bias: un pregiudizio - generato probabilmente dal sistema limbico, cioè dalla parte più ancestrale del cervello - che causa distorsioni cognitive.

Un esempio di questo meccanismo lo abbiamo avuto nei giorni scorsi con la psicosi del cetriolo.
La Germania aveva diffuso la notizia - poi rivelatasi falsa - che il batterio killer (Escherichia coli 104) aveva contaminato i cetrioli (ora sembra accertato che i responsabili siano invece i germogli di fagioli, noti in Italia come germogli di soia).
Ciò ha provocato immediatamente il panico: milioni di persone si sono astenute dall'acquisto del pericoloso ortaggio. La Russia ha addirittura emanato un bando su frutta e verdura provenienti dalla UE.
Enormi le conseguenti perdite economiche.
Il commissario europeo per la salute John Dalli ha ufficialmente invitato la Germania a evitare "premature conclusioni" che diffondono paure ingiustificate.
Qui a me preme segnalare l'irrazionalità - il bias è all'opera - del comportamento umano.
A  fronte di una polazione dell'Europa di 731 milioni di abitanti (di cui 495 afferiscono all'Unione Europea) si sono verificati circa 3000 casi di infezione e 35 morti.
Non voglio annoiarvi con i numeri, ma posso assicurarvi che la probalità d'ammalarsi è prossima allo zero.
Ora: solo in Italia muoiono 80.000 persone l'anno per il fumo.
Ciò nonostante nel 2010 (si veda il rapporto dell'Istituto superiore di Sanità) 11,1 milioni di persone continuano tranquillamente  a comprare pacchetti di sigarette su cui c'è scritto, bene in vista, il fumo uccide.
Ebbene  la gente, a fronte di un rischio infinitamente minore, si è ben guardata dall'acquistare cetrioli benché non ci fossero esplicite etichette che segnalavano una, sia pur bassissima, probabilità di contaminazione da E.Choli"

Gli Stati poi  non si sognano neppure di  bandire dal mercato le sigarette.

Infine, non vorrei guastarvi la giornata, ma lo sapete che nella sola pianura padana l'inquinamento provoca sette mila morti l'anno?
E che a Kabul, solo per citare un paradosso, lo smog uccide più della guerra (3 mila persone l'anno muoiono per problemi respiratori)?

Che ne dite, non sarebbe il caso di riordinare un po' le idee?


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Commenti (2)

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sono sostanzialmente d'accordo; io penso che il problema sia da ricondurre al lavoro stesso dell’informazione; sappiamo bene che un giornale, un telegiornale, un sito di news, insomma un qualunque contenitore che eroga notizie, ha l’obbligo di esser letto, visto, scaricato, clickato dal maggior numero possibile di utenti; questo perchè i guadagni derivano dalla vendita degli spazi pubblicitari, siano essi statici o estremamente raffinati e mirati; quindi, è evidente, che se riempio due belle pagine su un serio studio sull’inquinamento che uccide i lettori saranno pochi, mentre ovviamente la notizia di un nuovo terribile virus propagato nell'aria da alieni dal naso a trombetta, con tremende scurregge verdi radioattive, susciterà grande interesse;
sono convinto che la notizia/merce abbia in sè il motivo dei suoi difetti; io non sono affatto convinto che un'informazione completa sia un'informazione famelica di novità, non sono affatto convinto che sapere tutto di ogni cosa in tempo reale sia davvero essere informati, perchè è evidente che la superficialità la fa da padrona;
paradossalmente il rimedio sarebbe avere poche notizie che fanno anche fatica a filtrare, che magari ci si passa con attenzione, e soprattutto notizie che non portano nessun beneficio economico a diffonderle, così che chi le diffonde lo fa solo se proprio ci crede; molti di noi stanno diventando scettici, arriviamo a pensare che se una cosa l’hanno detta alla tv o diffusa in tutti i media, allora è falsa, allora è solo il lubrificante per vendere pubblicità; come uscirne? io non lo so
1 risposta · attivo 720 settimane fa
Caro Diego,
purtroppo il business la fa da padrone. Il solo antidoto sarebbe la cultura ma i governi non la incoraggiano di certo (non parlo di tecnica e tecnologia).
Sarà sempre peggio? Sono pessimista ma è sempre possibile l'arrivo di un "cigno nero" ...
Grazie per il bel commento.
W

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