Mi sento di esprimere la più profonda e sentita solidarietà per l'Onorevole Giampiero Catone, dei Responsabili, Sottosegretario all'ambiente.
Mentre ieri, davanti a Montecitorio, andava in scena la protesta dei precari, l'Onorevole Catone lanciava infatti il suo accorato grido di dolore,
affermando:
1. Di rimpiangere la prima repubblica e di continuare ad esserne un estimatore, perché allora c'erano "politici di professione", mentre oggi "sono tutti improvvisati";
2. Di essere anch'egli "un precario", per colpa della legge elettorale attuale.
La prima rivelazione fa luce sulle motivazioni che hanno spinto il povero Catone a cambiare partito per ben 4 volte in due anni: è alla costante e disperata ricerca di professionalità e non riesce proprio a trovarla.
La seconda dichiarazione inquadra invece alla perfezione il dramma di un politico della seconda repubblica: si sente precario.
Esattamente come i precari che manifestavano ieri davanti a Montecitorio.
Uno di loro, insomma.
Già che ci siamo, verrebbe da chiedersi perché non proporre anche ai "colleghi precari" i
14.800 euro lordi (tra stipendio e indennità) che
percepisce l'Onorevole Catone come Sottosegretario: giusto per condividere tutti assieme
la stessa, avversa sorte, malvagia e ria.
Forse l'Onorevole farebbe bene a rammentare, talvolta, il celebre aforisma di un suo illustre, omonimo antenato:
Nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum.
Ovvero: "l'aver taciuto non nuoce a nessuno; nuoce l'aver parlato".
Firmato il Censore: al secolo, Marco Porcio Catone.
Il Sottosegretario Catone: "siamo tutti precari".