Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 23 giugno 2011

Il Sottosegretario Catone: "siamo tutti precari".


Mi sento di esprimere la più profonda e sentita solidarietà per l'Onorevole Giampiero Catone, dei Responsabili, Sottosegretario all'ambiente.

Mentre ieri, davanti a Montecitorio, andava in scena la protesta dei precari, l'Onorevole Catone lanciava infatti il suo accorato grido di dolore, affermando:
1. Di rimpiangere la prima repubblica e di continuare ad esserne un estimatore, perché allora c'erano "politici di professione", mentre oggi "sono tutti improvvisati";
2. Di essere anch'egli "un precario", per colpa della legge elettorale attuale.
La prima rivelazione fa luce sulle motivazioni che hanno spinto il povero Catone a cambiare partito per ben 4 volte in due anni: è alla costante e disperata ricerca di professionalità e non riesce proprio a trovarla.

La seconda dichiarazione inquadra invece alla perfezione il dramma di un politico della seconda repubblica: si sente precario.
Esattamente come i precari che manifestavano ieri davanti a Montecitorio.

Uno di loro, insomma.

Già che ci siamo, verrebbe da chiedersi perché non proporre anche ai "colleghi precari" i 14.800 euro lordi (tra stipendio e indennità) che percepisce l'Onorevole Catone come Sottosegretario: giusto per condividere tutti assieme la stessa, avversa sorte, malvagia e ria.

Forse l'Onorevole farebbe bene a rammentare, talvolta, il celebre aforisma di un suo illustre, omonimo antenato:
Nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum.
Ovvero: "l'aver taciuto non nuoce a nessuno; nuoce l'aver parlato".

Firmato il Censore: al secolo, Marco Porcio Catone.

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