Il vostro scriba, ormai lo sapete, è un matematico e quindi, devo confessarlo, ha provato un brivido di piacere nel leggere il sottotitolo dell'ultimo libro di
John Davide Barrow*, cosmologo inglese e professore di matematica a Cambridge.
Barrow, come tutti i cosmologi, ha una mente fervida e si è distinto per studi interessantissimi: la
Teoria del Tutto (
TOE), l'
infinito, il
principio antropico.
Tutte questioni di grande rilevanza anche da un punto di vista filosofico e talvolta teologico.
Avevo particolarmente apprezzato il suo Perché il mondo è matematico? (Laterza, 1992), in cui ci spiega in che modo la matematica può descrivere il mondo in cui viviamo.
Ora Barrow torna sull'argomento in 100 Essential Things You Didn't Know You Didn't Know: Math Explains Your World , edito in Italia col titolo 100 cose essenziali che non sapevate di non sapere. Come la matematica può spiegare il tuo mondo (Mondadori, 2011).
Di cosa stiamo parlando?
Quando si fa la coda al supermarket o all'aeroporto o al casello autostradale ci sembra di trovarci sempre nella fila sbagliata. La domanda è pertanto: « perché la nostra fila è sempre più lenta?».
È
un effetto della
legge di Murphy (per la serie: "
la probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto"!)?
Oppure si tratta del bias della memoria selettiva secondo il quale notiamo le coincidenze ma non notiamo le non coincidenze che sono molto più numerose?
Niente di tutto ciò.
Secondo il Prof. Barrow, la realtà è che
siamo davvero nella fila più lenta!
Ciò perché in media le file e le corsie lente sono quelle con più persone e/o veicoli.
Per cui è più probabile trovarsi in una di queste, che in una più veloce, dove ci sono meno persone e quindi anche meno probabilità di piccoli contrattempi che rallentano la fila (per esempio un signore che ha dimenticato il portafogli).
La precisazione “in media” è importante. Non siamo sempre nella fila più lenta ma, in media, considerando tutte le code che facciamo, abbiamo più probabilità di essere in quelle più affollate.
Ora, dite la verità: quante volte, davanti ad una fila interminabile, vi siete detti "capitano tutte a me", con inevitabili ricadute sul vostro umore e sulla considerazione della vostra buona sorte?!
Ebbene, capire quanto spiega il Prof. Barrow - nel piccolo evento della coda, come in tanti altri - aiuta ad avere più fiducia in noi e nella vita.
Abbiate fede, dunque: l
a matematica ci aiuta a vivere meglio.
P.P. (Post Post)
Sollecitato dai commenti provo a rispondere alla domanda su quale vantaggio tragga l'uomo dal bias della memoria selettiva.
Il vantaggio è il seguente: per l'individuo, spesso frustrato, il bias è consolatorio.
Se è vero, infatti, che non ho raggiunto nella vita le mete che mi ero prefissato e che meritavo, ciò dipende in larga misura dal fatto che la sorte non è stata - e non è - benigna nei miei confronti come provano i continui piccoli o grandi episodi sfortunati che si accaniscono contro di me.
In questo senso il bias della memoria selettiva diventa un corollario del bias di conferma già segnalato da Francesco Bacone.
Tale bias è un errore cognitivo (un pregiudizio) che consiste nel selezionare le informazioni in modo da attribuire maggior credibilità a quelle che confermano le proprie convinzioni e, viceversa, ignorare o sminuire, quelle che le contraddicono.
Prendere coscienza di questi meccanismi può senz'altro aiutarci a sopportare meglio le contrarietà della vita.
_______________________________________________________
*Una piccola curiosità: il nostro John è un omonimo di Isaac Barrow, uno dei fondatori del calcolo infinitesimale (classico il Teorema di Torricelli-Barrow), maestro di un altro grande Isaac: Newton.

La matematica ci aiuta a vivere meglio!
diegod56 50p · 719 settimane fa
lei riferisce, non a torto, che di solito, nel trovarsi nel mezzo d'una fila lenta, un soggetto pensa:
« perché la nostra fila è sempre più lenta?»
e che una conoscenza almeno decente delle leggi della statistica ci potrebbe far capire che non è vero che la «nostra» fila è sempre quella lenta, per il motivo che, in effetti, una fila che non sia lenta, «non è» una fila
giusto, ed anche intelligente ragionamento che significa dunque: «non star li a commiserarti, le file sono lente per forza, se no non sono file»
sicuramente la matematica aiuta, ma sulla matematica ritornerò in altra occasione, giacchè la fortuna di agguantare un matematico e chidergli alcune cose non la voglio sprecare;
su quell’atteggiamento psicologico per cui uno pensa che le file lente «le prende tutte lui» vorrei dare una mia spiegazione, analoga, ma rovesciata di prospettiva:
io penso che in molti siamo affetti da «beatiglialtrismo», chiedo venia per l'orrido neologismo, ma questa orrenda parola vuol dire che siamo sempre tormentati dall’idea che ci sono degli altri più fortunati, che vanno in un posto e non trovano la fila, che vanno sul marciapiede e non pestano una cacca, che vanno a fare il pic nic e non sono punti da feroci calabroni, e via così per tutta la vita, come quando a scuola ci sono quelli dell'altra sezione dove i nove li regalano e da noi di fai un mazz così per un 6 meno meno;
da dove deriva questa cosa? secondo me abbiamo dentro di noi sempre un’immagine di uomo ideale che, per esempio negli antichi, era poi la matrice con cui si ipotizzavano gli dei, da collocare in vari olimpi o wallalla a seconda del clima;
dunque carissimo e incredibilmente simpatico prof. w, è nell’animo umano ipotizzare, vista la nostra vita grama, che vi siano «altri» che stanno in un mondo superiore, e quindi sicuramente, dove la fila è scorrevole; come si spiega se no l'attrazione verso la cronaca rosa della vita dei ricchi?
son stato lungo, chiedo venia, prima del mio infausto apparire, questo era un blog serio...
My recent post la mente e la gallina
Prof_Woland 59p · 719 settimane fa
sicuramente le ragioni che ci spingono a ritenerci meno fortunati sono molteplici e tra queste può senz'altro esserci la sua ultima ipotesi. Io sono più affezionato all'idea del bias della memoria selettiva. Quando diciamo per esempio "ti pareva che la lavatrice non si rompeva proprio di venerdì sera" dimentichiamo le innumerevoli volte in cui l'incidente ci è accorso in altri giorni, più favorevoli (per l'intervento del tecnico), della settimana.
Registriamo cioè solo le coincidenze negative.
W.
diegod56 50p · 719 settimane fa
è vero che c'è questa tendenza a registrare solo le coincidenze negative, è verissimo, ma dobbiamo allora spiegare: perchè facciamo così? cosa spinge la nostra mente a «torcere» i dati reali? perchè «vogliamo» sentirci sfortunati?
in sintesi: registriamo solo le coincidenze negative, ma perchè lo facciamo? quale vantaggio, la nostra mente, ritiene di trarre da questo errore?
mi perdoni caro prof. w., non voglio contraddire, ma solo interloquire, abusando della sua gentilezza
My recent post la mente e la gallina
Luigi_Bruschi 54p · 719 settimane fa
Chiedi infatti "cosa spinge la nostra mente a torcere i dati reali"?
Le risposte sono diversificate e vanno in una duplice direzione.
La prima sta nel carattere di molti di noi. Tra di noi c'è chi registra solo gli eventi positivi, chi invece solo quelli negativi, chi entrambe le categorie. A quanto pare insomma non è vero, universalmente, che tutti noi registriamo solo gli eventi negativi. C'è chi è più "portato" a farlo di altri, e molto dipende dalla sua storia genetica incrociata naturalmente con l'esperienza di vita.
La seconda spiegazione sta nel secondo capitolo di un meraviglioso libro che consiglio a tutti di leggere: Gli inganni della mente (sottotitolo: Psicologia delle bugie che raccontiamo a noi stessi) di Cordelia Fine. Il secondo capitolo parla del "cervello emotivo" e il concetto chiave è appunto che "il nostro cervello emotivo fa sì che un'ampia gamma di giudizi dipenda dal nostro umore".
Il capitolo, così come tutto il libro, è corredato da un'ampia serie di significativi esperimenti scientifici che danno il senso dell'influenza dei nostri aspetti più viscerali sulla nostra capacità di discernimento.
Semplificando al massimo: "se arriviamo a pensare che la nostra sia la fila più lunga e ne arguiamo di essere sempre sfortunati" qualcosa sta andando storto nella nostra vita o comunque qualcosa d'altro percepito come negativo nella nostra giornata ci ha fatto compiere quel passaggio logico-emotivo riguardo all'episodio della fila.
Poi, come detto, c'è il carattere. Che ad esempio può spingere taluni a voler addirittura dimostrare a se stessi di essere le persone più sfortunate del mondo. E qui scattano i meccanismi della profezia autoavverantesi, che trasformano il nostro pensiero lineare in pensiero (ed azioni) circolari.
Insomma, caro Diego, siamo degli animali piuttosto complicati...
E dunque, proprio per questo, tremendamente affascinanti!
Un caro saluto e alla prossima
LB
diegod56 50p · 718 settimane fa
questa è una risposta valida, come anche prezioso il tuo suggerimento di lettura, ottimo luigi
My recent post la mente e la gallina
Luigi_Bruschi 54p · 718 settimane fa
Buona domenica!
LB