Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 3 febbraio 2012

L'orologio della natura è in tilt.


[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

La notizia è di quelle che fa sobbalzare sulla sedia il lettore.

Ai primi di gennaio Otello è stato trovato sull'Appennino con la gola squarciata. Un barbaro assassinio, un regolamento di conti efferato. Sì, proprio quell'Otello che la primavera scorsa aveva ingravidato la bella Desdemona” .

Ma continuando a leggere l'articolo, lo scenario appare un po' diverso da quello immaginato: Otello è un maschio di lupo. È stato ucciso durante un conflitto per la supremazia nel branco: solo l'esemplare che raggiunge la posizione Alfa di maschio dominante è ammesso alla riproduzione.

Allora tutto regolare? Niente affatto! Era avvenuto qualcosa di straordinario: non c'era mai stato un fatto del genere in quella stagione. I lupi si riproducono alla fine dell'inverno perché sanno d'istinto che solo in primavera i cuccioli potranno sopravvivere. Ora accade che il caldo anomalo che si è registrato nei mesi di novembre e di dicembre abbia sconvolto l'ordine naturale. 

Lasciamo la parola all'etologo Mauro Delogu dell'università di Bologna:
Ho 50 anni e quest'anno ho assistito a qualcosa che non ho mai visto. Gli animali sono impazziti. I merli hanno già fatto i loro canti d'amore e ora i loro piccoli rischiano di uscire dalle uova quando non ci sono ancora bruchi in giro. Ci si preoccupa che manca la neve a Cortina e non si vede la portata di un dramma che manda in crisi l'intera catena alimentare. Migliaia di specie sono improvvisamente a rischio di estinzione. Individui costruiti con una selezione di milioni di anni ora escono dal Pianeta. Il grave è che scompaiono specie che hanno determinato anche la nostra evoluzione. Se siamo eretti, veloci e armati è anche per la paura degli animali come il lupo. E che dire delle piante: querce, ciliegi, ontani neri, noci, i loro semi devono passare un tempo sotto zero se no non germogliano e quest'anno l'inverno vero non si è ancora visto sulla terra. La mutazione climatica è in corso da anni. I pappagallini verdi hanno invaso l'Italia e con loro la farfalla monarca del Nordafrica. Dal Mar Rosso arrivano le tartarughe, i barracuda,i pesci balestra. La gente dice: chi se ne frega. E sbaglia. Senza barriere climatiche le nuove specie possono portarsi dietro virus tropicali e attaccarci. Il barracuda può falcidiare il pesce azzurro. L'orologio della natura è in tilt. Le conseguenze possono essere drammatiche.
Il laboratorio dell'Università di Bologna è pieno di animali impagliati. Molti di questi animali appartengono a specie estinte.
Chissà, forse un giorno, tra qualche secolo, un astronauta verrà sul nostro pianeta e in una bacheca indicherà, tra le specie estinte, anche uno di noi
conclude amaramente l'etologo.

Sarà bene che l'uomo cominci seriamente a preoccuparsi dell'ecologia del nostro pianeta: il pericolo non è solo lo spread.


P.S. Mentre scrivo un'ondata di gelo siberiano ha invaso l'Italia. L'inverno dunque non è affatto alla fine: i timori degli etologi sono più che giustificati.



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