Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 8 agosto 2011

Problemi di interpretazione.


Ricordate Bruno Volpe?

Il Direttore del sito Pontifex, il moralizzatore, il cavaliere crociato che combatteva on-line la sua assurda ed instancabile guerra omofoba contro gli omosessuali, al punto da dichiarare in occasione dei discussi manifesti dell'Ikea:
"Ogni colpa risale all'infausta idea della laicità. Se al contrario, oggi la omosessualità fosse sanzionata e se si fosse abbandonata la idea della laicità, quei manifesti osceni sarebbero un reato. In ogni caso, va considerata la oggettiva sporcizia morale della omosessualità, un vizio perverso, un cancro che corrode i nostri tempi e le nostre città ... arrivando persino a far passare per vittime omosessuali e lesbiche che si beccano qualche insulto".
Ebbene Volpe risulta "latitante" da una settimana.

E da una settimana è scomparso il riferimento al suo incarico da Direttore/curatore sul sito in questione.

E da notizie incrociate tra stampa e vari articoli sul web sembrerebbe che giusto una settimana fa un avvocato barese della stessa età di Bruno Volpe (pure lui avvocato), le iniziali B.V., e il domicilio nello stesso quartiere del cavaliere crociato di Pontifex, sia stato arrestato per stalking.

La storia vissuta da una giovane 26enne e riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno ha un che di allucinante solo a leggerla (figuriamoci a viverla):
"frasi ingiuriose sulle pareti dell’abitazione della vittima, proposte oscene ad inequivocabile sfondo sessuale, maree di e-mail ed sms, telefonate e squilli effettuati in qualsiasi ora del giorno e della notte, aggressioni, fino al messaggio macabro: un fegato di animale messo vicino al citofono della vittima".
Sulla pagina Facebook di Pontifex - dopo giorni di silenzio nonostante le domande dei lettori - è apparso questo messaggio:



Sono preoccupati anche loro, dicono. E pregano per lui.

In un'intervista del 2009 rilasciata a Bruno Volpe per Pontifex, il card. Javier Lozano Barragan - ex «ministro della salute» vaticano ai tempi del caso Eluana Englaro - affermava:
"Trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei Cieli, e non lo dico io, ma San Paolo".
Il riferimento era alle "passioni infami" di cui parla San Paolo nella sua Lettera ai Romani (1, 26).

La sensazione è che anche lo stalking possa essere a pieno diritto considerato una passione infame.

Poco più avanti, in ogni caso, lo stesso San Paolo dice anche (2, 17-23):
"Ora, se tu ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità... ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che proibisci l'adulterio, sei adùltero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?"
Se la vicenda del suo arresto dovesse essere confermata, il dubbio - per altro già ampiamente presente ben prima degli ultimi eventi - che la cultura cattolica del nostro Bruno Volpe possa avere delle importanti lacune si farebbe sempre più pressante.

Ama il prossimo tuo come te stesso, diceva qualcuno.

L'unica cosa certa, in questa storia, è che quel B.V. abbia male interpretato il fondamentale precetto.


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