Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 23 aprile 2012

El hombre en ángulo recto.

Juan Carlos in posa da grande cacciatore bianco
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Il re di Spagna Juan Carlos I con tutti i suoi titoli - Maestà cattolica, Re di Castiglia, Re di León, Re di Aragona, Re delle Due Sicilie, Re di Gerusalemme, Re di Navarra, Re di Granada, Re di Toledo, Re di Valencia., Re di Galizia, Re di Maiorca, Re di Minorca, Re di Siviglia, Re di Cordova, Re di Corsica, Re di Murcia, Re di Jaén, Re di Algeciras, Re di Algarve, Re delle Isole Canarie, Re di Ungheria, Re di Dalmazia, Re di Croazia, Re delle Indie Orientali, Occidentali, delle Isole e della Terraferma del Mare Oceano, Re di Vajont, Principe di Svevia etc. - ha dovuto parlare in televisione (qui) e chiedere scusa al popolo spagnolo:
Estoy deseando retomar mis obligaciones. Lo siento mucho. Me he equivocado y no volverá a ocurrir.
Potremmo tradurre: "Non vedo l'ora di riprendere i miei doveri. Mi dispiace molto. Ho sbagliato e non succederà mai più".
Perché il re ha dovuto chiedere scusa come uno scolaretto colto a rubare la marmellata?
Semplicemente per "mitigar así la ira social levantada tras hacerse público el costoso viaje a África mientras España vive los peores momentos de su crisis" (qui).
Per mitigare l'ira sociale esplosa dopo che era stato reso pubblico il costoso viaggio in Africa - un safari che prevedeva la caccia all'elefante - mentre la Spagna sta vivendo i peggiori momenti della sua crisi.
Certo Juan Carlos non si è potuto permettere di dire "lavoro 24 ore al giorno e ho bisogno di uno svago" come ebbe a dire, sostanzialmente, Berlusconi scoperto a divertirsi in altri safari.
Non sono intervenuti giornali, televisioni o giornalisti, politici a difendere o sminuire l'accaduto.
Non c'è stato un Giuliano Ferrara che abbia detto "chi se ne frega del safari, il re è ben altro". 

La differenza tra l'Italia  e la Spagna è tutta qui: lo spagnolo è un hombre vertical.
L'italiano un hombre en ángulo recto.


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