E un sentito messaggio augurale è arrivato anche dall'ineffabile Bruno Volpe, curatore del sito Pontifex, che nella sua omelia di fine anno ha scelto di rivolgersi in particolare ad un paio di categorie di peccatori incalliti bisognosi di redenzione.
Conviventi e gay.
Ecco le sue parole (grassetto mio):
Prendiamo le coppie etero che convivono. Sono uno scandalo ed un'offesa al buon senso, oltre che in stato di peccato gravissimo. Costoro, salvo pentimento esercitato in modo sacramentale e cambiamento di rotta (ossia termine della vita dissestata) non possono accedere alla Comunione, eppure qualche "prete", pur conoscendo la situazione, chiude entrambi gli occhi [...] Per la verità, dal sacramento andrebbero allontanati anche i genitori cristiani che tollerino questa offesa.
Veniamo ai gay. Essere omosessuale, ossia essere nato "malato" (secondo numerosi psicologi e psichiatri non allineati), non è una colpa. Se il gay accetta con pazienza e rassegnazione, in castità e dignità questa situazione, bene. Ma se il gay si da alla vita da libertino, inneggia all'omosessualità, aberrazione che ripugna nella pratica e grida vendetta al cospetto di Dio, costui è escluso dalla santa Comunione, perché pubblico peccatore.
Chiaro?
Siete avvisati.
Per quanto riguarda me, da buon convivente, accolgo il crucifige di Bruno Volpe con sincero pentimento.
Restando in attesa di sapere se come primo atto di contrizione è sufficiente che mi cosparga il capo di cenere.
Nel frattempo espio in ginocchio sui ceci, naturalmente.