Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 4 dicembre 2011

A proposito di equità 2.



[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile] 


L’Associazione bancaria ticinese stima in 130 miliardi di euro i fondi neri depositati da soggetti italiani (persone fisiche o giuridiche) in Svizzera: una cifra niente male!

Secondo stime riferite da Marco Jaeggi - coordinatore del dipartimento delle scienze economiche della Libera università di Lugano, esperto sul tema delle relazioni bancarie internazionali della Svizzera - nelle banche della Confederazione vi sono depositati 5800 miliardi di euro, dei quali 2800 appartengono a soggetti stranieri, e di questi almeno il 10% sono italiani.

Jaeggi ricorda che la Svizzera ha sottoscritto con Germania e Gran Bretagna accordi che conferiscono alle sue banche il ruolo del sostituto d’imposta; possono cioè prelevare dai conti frutto di evasione fiscale un’aliquota del 19% per trasferirla ai rispettivi governi. Se il fondo è legale nulla è dovuto. 

Un simile accordo tra Svizzera e Italia frutterebbe al nostro erario tra i 10 e i 30 miliardi di euro

Caro Presidente Monti, crede di poter seguire la strada imboccata da Germania e Gran Bretagna?

E in caso contrario, potrebbe spiegare a noi ingenui cittadini perché l'Italia non può adottare una misura del genere?


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