Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 23 dicembre 2011

Dio è morto, Marx è morto e anche Silvio non si sente molto bene.


Non c'è che dire: il sito del Popolo della Libertà è sempre prodigo di chicche deliziose e irrinunciabili.

Come l'ultima dichiarazione di Silvio Berlusconi, ad esempio.

Che dopo 4 governi (quattro!) in 17 anni (diciassette!) e una maggioranza parlamentare solidissima in entrambe le camere come esito delle elezioni del 2008, interrogato su quale ritenesse essere stato l'errore più grande della sua vita, ha risposto così (grassetto mio):
"L’unica colpa che mi rimprovero è quella di non essere riuscito a convincere gli italiani a darmi la fiducia per cambiare le cose in questo paese".
Devo confessarlo: non conosco esattamente quali siano i primi sintomi di demenza senile.

Ma a scanso di equivoci, per non saper né leggere né scrivere, una visita da un bravo specialista, se fossi in lui, la prenoterei quanto prima.

No?


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