Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 5 dicembre 2011

Chapeau.

Tenteremo, nei prossimi giorni, di capire nel dettaglio se questa manovra ha realmente del "rivoluzionario", come ha dichiarato lo stesso Presidente Monti, e se si può effettivamente affermare che non saranno più i soliti noti a contribuire alle casse sempre più asfittiche del nostro Stato.

Intanto, se permettete, chapeau alla sensibilità di un Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che spiegando in conferenza stampa i provvedimenti sulle pensioni non riesce a pronunciare la parola "sacrificio" perché le scatta qualcosa dentro e così, in diretta televisiva, si commuove e piange.

In secondo luogo, lo confesso: solo al pensiero che il suo predecessore Maurizio Sacconi, nelle stessa situazione, avrebbe potuto bissare la barzelletta sulle suore violentate che raccontò un paio di mesi fa, mi si accappona letteralmente la pelle.

Anche per questo, forse, è bene soffermarsi sulla nostra reazione a quelle lacrime.

Sbaglierò, ma io ne sono convinto: ci ha sorpreso.

Perché la realtà è questa: ci sorprende, oggi, che qualcuno mostri visibilmente, tangibilmente quasi, di 'avere a cuore' le sorti dei propri concittadini; di 'sentire' l'impatto delle decisioni difficili prese per il bene della collettività.

E questa sorpresa, purtroppo, la dice lunga su cosa è diventata la politica dopo la cura del berlusconismo.

Abbiate pazienza, ma senza nulla togliere (in tutti i sensi) alle donne Ministro del governo Berlusconi - Carfagna, Brambilla, Gelmini... - nutro la viva speranza che sia un Ministro come Elsa Fornero a rappresentare più fedelmente le donne italiane del XXI secolo.

Anzi a dirla tutta, almeno per una volta, più che una speranza, la mia è proprio una certezza.

Alla faccia di chi sostiene che un Governo non eletto dal popolo non possa essere legittimamente espressione del paese che rappresenta.




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