Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 2 dicembre 2011

A proposito di equità.



[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Ieri sera, durante la trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, un ospite di rilievo ha dichiarato (qui il video):
L'Italia da sempre è un paradiso fiscale - nessuno l'ha mai detto - perché le rendite finanziarie sono tassate ad aliquote completamente diverse da quelle delle imposte a reddito. Ora, in nessun altro paese del mondo occidentale le rendite finanziarie sono tassate così. In tutti gli altri paesi le rendite finanziarie sono equiparate agli altri redditi e quindi vengono tassate all'aliquota marginale* che ognuno di noi paga. Solo questa misura qui potrebbe fare molta cassa - perché, come sappiamo, molti italiani hanno una ricchezza mobiliare importante - invece che emettere patrimoniali che, secondo me, alla fine rendono molto poco. Questa misura va nell'ambito europeo e ci mette in linea con tutte le destre.”
Ora penserete: «Questa è la sparata di  un redivivo Fausto Bertinotti o la narrazione di un vivo e vegeto Nichi Vendola!». Devo deludervi. A parlare non era un pericoloso comunista ma Claudio Costamagna uno dei banchieri italiani di maggiore successo e visibilità internazionale**.

Claudio Costamagna
Caro Presidente del Consiglio Monti, crede lei di poter accettare il suggerimento di un influente banchiere bocconiano come Costamagna?

E in caso contrario, potrebbe spiegare a noi ingenui cittadini perché questa misura, che sanerebbe un'anomalia tutta italiana, non si può adottare?

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*Nel corso della sua ventennale esperienza in Goldman Sachs è stato responsabile dell'Investment Banking per la Europe, Middle East & Africa Division. Precedentemente ha diretto l'area Corporate Finance del Gruppo Montedison ed ha operato nell'Individual Banking Group di Citibank. Attualmente è membro dei CdA di Virgin Group Holding Company LTD, Luxottica, Bulgari, Autogrill, DEA Capital, AAA SA ed è Presidente, oltre che fondatore, della boutique di Financial Advisory CC & Soci. E' membro dell'International Advisory Board dell'Università Bocconi. Claudio Costamagna si è laureato in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi.
**Percentuale di imposta applicata alla porzione di reddito ricadente nell’ultimo scaglione.


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