Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 10 novembre 2010

Ok: la strada è giusta!



Intendiamoci.

Se è vero quello che scrive Alessandro Campi (ideologo di FareFuturo), sull'ipotetico "patto" che potrebbe siglarsi nel centrodestra fra un Berlusconi che si fa da parte e un Fini che ne prende il posto, per la conclusiva apertura delle porte del Quirinale per Silvio, mi toccherà rivedere il tenore del mio post di ieri sui "valori" messi in campo da Futuro e Libertà.

Se invece non è così, come mi auguro vivamente, bisogna segnalare che vi sono già i primi segnali positivi per la "nuova" politica di centrodestra che Gianfranco Fini ha illustrato a Perugia.

Perché? Perché Avvenire, dopo il discorso di Perugia, ha già sferrato il primo attacco. Sulle coppie di fatto, naturalmente.

Il che significa pertanto una cosa sola: che Fini ha imboccato la direzione giusta.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo se il prof. Cambi è in buona fede allora le colpe di Alleanza Nazionale e della sua evoluzione finiana sono imperdonabili: ci sta dicendo che avevano coscienza di aver concorso a realizzare un vero e proprio regime. Ne è prova che ora dobbiamo temere tutte le possibili implicazioni di un rovesciamento del medesimo: come lo si temette per quello di Franco o di Tito o di Gorbaciov o di Ceauşescu.
Prof. Cambi si rende conto che la sua lettera equivale ad una drammatica ammissione di colpa?

Anonimo ha detto...

da Repubblica di oggi (cronaca di Firenze)
Fulvio Paloscia chiede a Luis Sepúlveda cosa ne pensi di Berlusconi.
Risposta:”Che sta riducendo l’Italia ben oltre la Repubblica delle banane. C’è un degrado morale nella politica del vostro paese da regime dittatoriale sudamericano. Ma un presidente del consiglio così gli italiani se lo sono scelto. Risultato:a governarvi c’è un caso clinico, e l’affaire Ruby è l’ennesima dimostrazione”.
Povera Italia!
Massimo

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