Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 17 novembre 2010

"Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" (I. Kant)




"Non ero al corrente che si trattasse di un crimine così grande".

Questo ha dichiarato Rafael Sansò Riera, prete della parrocchia di Vilafamés (Spagna) arrestato per la detenzione e la distribuzione (in file-sharing) di 600 GB di materiale pedopornografico.

Quello che mi sgomenta di una simile affermazione è quel "così": il pensiero che un'azione sia un crimine non è di per sé sufficiente per non commetterla?  Bisogna sindacare su quanto sia grave il crimine? E comunque: il fatto che vengano coinvolti dei bambini come può non qualificarlo automaticamente come un crimine grave?

Sia ben chiaro, non intendo crocifiggere l'uomo: so bene che queste problematiche affondano le loro radici in gravissime patologie che fin troppo facilmente vengono liquidate dall'opinione pubblica ricorrendo all'etichetta del "mostro".

Il mio timore è che in quelle parole vi possa essere non soltanto il male di un uomo, ma quello di una società che sta perdendo i riferimenti di ciò che è grave e di ciò che non lo è.

Perché quando la legge degli uomini comincia ad essere percepita come discrezionale, ho la sensazione che la legge di Dio (che i laici chiamano legge morale) sia già stata dimenticata da un pezzo.

Ed è esattamente su questo che c'è tanto bisogno di lavorare: dalla famiglia, alla scuola, alla Chiesa, alla politica, alla società. 

Per ricostruire il senso ed il significato del nostro vivere insieme.

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1 commenti:

atticus ha detto...

ha ragione a meravigliarsene... se un tale Ratzinger, alcuni anni fa, aveva imposto ai preti che le accuse di pedofilia dovessero essere messe atacere.. !!! Ed ora questo lercio Individuo è papa... ed io, che pago tutte le tasse, mantengo lui e tutta la congrega di schifosi complici ..

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