Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

giovedì 18 novembre 2010

Caccia all'uomo.

Il Giornale punta il suo mirino su Roberto Saviano.


Proprio così. La caccia all'uomo è ricominciata.

Il nuovo obiettivo è Roberto Saviano.

Il Giornale lancia una campagna contro lo scrittore, reo di aver dato del mafioso a tutto il nord.

Ridicolo?

Sulla carta lo sarebbe. Se non fosse anche profondamente pericoloso.

Perché? Perché l'apertura del metodo Boffo al "pubblico", attraverso una campagna popolare (e populista)  contro Saviano, appare come l'anticamera di quella "guerra civile" uscita dalle labbra di Silvio Berlusconi.

Davanti ad uno scrittore che con coraggio parla delle Mafie, uno dei problemi più drammatici di questo paese, e ne svela i meccanismi meno noti dell'infiltrazione al Nord e dei rapporti col potere (che al Nord si identifica con la Lega), la reazione del più importante quotidiano di centro-destra è quella di abbattere il nuovo nemico a colpi di firme.

La domanda è: dal momento che ciò che ha detto detto Saviano risponde al vero ed è di dominio pubblico almeno per chi lavora nel settore del giornalismo, la campagna "contro" del Giornale (ribattezzata "nonsonomafioso") cui prodest, a chi fa comodo?

Alla Lega di sicuro (e dunque di riflesso all'alleato Berlusconi). E passi pure.

Il fatto è, purtroppo, che tutto ciò finisce col far comodo anche alle Mafie.  

Denigrare chi combatte la Mafia equivale a ridimensionare l'importanza di quella battaglia e, dunque, a dare a quella battaglia sacrosanta meno forza e meno valore.

E voglio dirlo con chiarezza: è proprio di questo, cari signori del Giornale, che vi dovreste letteralmente e semplicemente vergognare.


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...