Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 1 novembre 2010

Silvio, tranquillo: "ghe pensi mi".

Presidente, in allegato trova il modulo da me approntato. L'ho già compilato per lei nei campi principali, perché immagino che l'atto potrebbe causarle una qualche sofferenza e, mi creda, non è mia intenzione.

Suvvia, prenda il coraggio ad una mano (per la firma basta e avanza) e ci faccia, si faccia questo favore.

Tanto, sia onesto (per una volta, la prego): sa benissimo anche lei che la parola FINE è praticamente già scritta.

Abbreviamo l'agonia. Sua e dell'Italia. Sarà meglio per tutti, mi creda.

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SILVIO BERLUSCONI:

PREGO, APPORRE LA FIRMA
DOVE INDICA LA "X" ROSSA (perdoni il colore: era più visibile)





Cordialmente,

Luigi Bruschi


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