Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 16 marzo 2012

Realpolitik.


Sì, d'accordo: non è il massimo (ho detto "Massimo"?) estrapolare dal contesto di un'intervista un paio di frasi.

E tuttavia credo possiate convenirne: alla "notizia" rilanciata da Adnkronos ieri sera, dopo l'intervista di Massimo D'Alema al Tg2, viene davvero da alzare il sopracciglio (destro o sinistro, fate voi: mi sa che ultimamente è lo stesso...).

Eccola qua, la "notizia" bomba:


Siamo praticamente alla fiera dell'ovvietà.

Con un pizzico di perversione in più, tuttavia, se si valuta l'affermazione del Lider Maximo nel suo complesso.

Che ha detto precisamente:
Il governo Monti sta avendo un modo giusto di affrontare l'emergenza del Paese e ha il grande vantaggio di avere una larghissima maggioranza che lo sostiene. Credo che dopo l'emergenza, ci sarà bisogno di più giustizia sociale, ci sarà bisogno di centrosinistra.
Ebbene c'è di tutto un po', in questa frase: 
  • la rivendicazione di ciò che può essere considerato positivo nel governo attuale, giacché il PD è parte integrante della "larghissima maggioranza"; 
  • la deresponsabilizzazione nei confronti di tutto ciò che invece può essere considerato negativo, pur essendo il PD parte integrante della "larghissima maggioranza"; 
  • la tranquillizzante allusione che ciò che di negativo si sta facendo in termini di giustizia sociale potrà essere sanato dal centrosinistra qualora vincesse le elezioni del dopo-Monti.
Mah.

Ditemi quello che vi pare: ma a me 'sta Realpolitik, oramai, mi sta cordialmente sulle balle.


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