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John Maynard Keynes |


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"La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale" (Immanuel Kant)
La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
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John Maynard Keynes |
La fine del compromesso tra capitalismo e democrazia.
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idelbo · 681 settimane fa
Non deve essere consentito che l'economia sopravanzi la società.
Non deve essere concesso che il mercato prevalga sulla democrazia
Non deve ...non si può...a costo di lotte...accettare la trasformazione del lavoro in merce e dei lavoratori in "prestatori di servizio", quindi utilizzabili solo per il tempo che "servono".
Si deve esigere che il lavoro per la persona diventi l'insostituibile traguardo di ogni governo.
Spero, con Pierre Bourdieu, che prima o poi si prenda coscienza, che le forze di sinistra, che gli intellettuali che hanno a cuore il lavoro e i lavoratori, facciano quadrato, con la loro intelligenza, per controbattere alla poderosa macchina finanziario-capitalista che vorrebbe l'asservimento delle braccia e della testa al nuovo lavoro, improntato "alla flessibilità massima in uscita e in entrata" al fine di ottenere la situazione ottimale del "lavoro ad ore" generalizzato".
Prof_Woland 59p · 681 settimane fa
la ringrazio per questo appassionato commento. Spero che si realizzi quanto lei auspica.
diegod56 50p · 681 settimane fa
nonostante questo ho da fare due osservazioni alle argomentazioni riportate:
sulla difficoltà attuale di instaurare risposte keynesiane alla crisi, pesa un fattore:
l'evoluzione tecnologica che ha reso meno necessario l'utilizzo di mano d'opera; è un dato di fatto molto ben argomentato da jeremy rifkin nello splendido saggio che risale al '92 mi pare, «La fine del lavoro»;
un esempio fra tutti: negli states il 3% della manodopera nel settore agricolo produce cibo in abbondanza per tutti gli altri (e gli statunitensi son pure obesi!!!)
la questione di quel che è avvenuto a partire dalla fine degli anni '80, cioè la finanziarizzazione dell'economia, non è dovuta, secondo - ad esempio - un economista spezzino molto bravo come vladimiro né ad un disegno politico, ma al fatto che, essendo latente una crisi «classica» di sovraproduzione, i capitali, in cerca di profitto (come è inevitabile e naturale nel capitalismo), hanno alimentato un tentativo di sostituire la produzione tradizionale con la produzione finanziaria, con conseguenze drammatiche e profondamente ingiuste, ma non dobbiamo illuderci che schiaffando in galera gli speculatori la crisi non ci sarebbe stata, ci sarebbe stata lo stesso.
Poi c'è il problema dei limiti ambientali, della pressione antropica sul pianeta, che keynes non poteva conoscere come li conosciamo noi.
Io penso che, inevitabilmente, si tornerà a dei sistemi di tipo socialista, ma non sarà un passaggio indolore, appunto perchè le classi sociali venderanno cara la pelle, e non in senso figurato.
Ovviamente, caro prof. w., io non sono la voce della sapienza, son solo sommesse ipotesi da incompetente.
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Prof_Woland 59p · 681 settimane fa
certamente il problema è estremamente complesso e le verità sono tante. Occorrerà capire bene quale siano le responsabilità e le priorità da affrontare.
diegod56 50p · 681 settimane fa
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/vgiacche/
idelbo · 681 settimane fa
idelbo · 681 settimane fa
Mi scuso dello spazio rubato caro prof Woland
diegod56 50p · 681 settimane fa
non vorrei esser frainteso, io sono di idee socialiste, e a me piace l’idea di una società solidale dove nessuno è abbandonato e dove almeno le necessità essenziali sono garantite, come diritti
e credo che prima o poi sarà il modello vincente, però, purtroppo, ci si arriverà solo dopo aver bevuto fino in fondo il calice amarissimo del sistema economico oggi dominante, con le sue conseguenze tragiche
non credo che il motore della storia sia ragionevole, si muove in modo tragico attraversando crisi profonde, macerie e ricostruzioni
idelbo · 681 settimane fa
Prof_Woland 59p · 681 settimane fa
neanche io riesco a sopportare quell'inerzia. Forse sarà l'amaro calice di cui parla Diego.