"La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale" (Immanuel Kant)
Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!
La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".
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Quando avevo sei anni i miei genitori mi regalarono una pianola giocattolo.
Fu il mio primo incontro con la musica.
Era il 1978: l'anno dell'album Lucio Dalla.
L'ultima Luna.
Stella di Mare.
Anna e Marco.
Cosa sarà.
Quelle note e quelle parole, che risuonavano in casa dal mangianastri di famiglia, riecheggiano ancora nella mia mente, confondendosi tra i ricordi, mischiandosi coi rumori e gli odori della mia seconda casa romana.
Ho pensato a lungo, oggi, a quale canzone scegliere per salutare Lucio Dalla, per ringraziarlo di quello che mi ha regalato: il senso stesso dell'arte, distillato nella geniale semplicità di musica e parole. Uniche.
Mentre girovagavo su Youtube, mi sono imbattuto in Se io fossi un angelo, in una versione live cantata al Madison Square Garden di New York, nel 1995.
C'è tutto Dalla, secondo me, in quella canzone.
Sentite come la presenta lui stesso, poco prima che parta la musica.
Un'introduzione che è in sé una piccola poesia.
Ciao Lucio, ci rivediamo in giro.
Nella meravigliosa città invisibile che è la tua musica.
Quelli presi tra le reti.
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