Devo dire che in fondo in fondo un po' di tenerezza la fanno.
Gli 'amici' del Giornale, intendo.
Solo tre anni fa, il 26 marzo del 2009, potevano
scrivere di un Berlusconi che dichiarava:
Siamo ora, secondo gli ultimi sondaggi, al 43% e puntiamo al 51%; sappiamo come arrivarci e sono personalmente sicuro che ci arriveremo.
Oggi, 19 marzo 2012,
esultano timidamente
così:
Un ricco 24% dunque, secondo i sondaggi che "segnano una ripresa". C'è di che giubilare, in effetti.
Naturalmente nessuna riflessione, nessun interrogativo, nessuna ipotesi su come diavolo sia stato possibile un simile crollo del PdL.
Una impostazione del genere dicevo, per certi versi, fa quasi tenerezza.
Se non fosse che, evidentemente, assume i contorni di una comunicazione rivolta a chi riesce ancora a credere che il PdL sia una compagine politica e non già, piuttosto, l'invenzione farlocca di un partito con appicicato sopra l'etichetta di una destra-che-non-c'è.
Una compagine burla che ha spazzato via la nostra Repubblica Parlamentare incarnando, come partito di maggioranza relativa, il volere di un solo uomo.
L'azienda elettorale di Silvio Berlusconi, in poche parole.
E allora la domanda è un'altra: chi sono questi italiani che ancora si riconoscono nel Popolo della Libertà?
Perché ad occhio e croce, abbiate pazienza, a me fanno quasi più paura di quelli di ieri.
Consensi... di colpa.