Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 18 agosto 2010

Addio a un Grande Vecchio: Francesco Cossiga.

E' morto Francesco Cossiga, e con lui un pezzo dell'Italia del XX secolo, quella in cui sono nato.

Devo confessare, in tutta onestà, che non ho mai condiviso fino in fondo i modi picconatori del personaggio Cossiga. Sono sempre stato (anche in gioventù!) per una politica più sobria, meno "spettacolare". 
Ciò nondimeno, è indubbio che Cossiga fu uomo di grandi doti intellettuali e politiche, dal carisma spiccato e dalla forte personalità. Un protagonista, fra i principali, della Storia d'Italia.

Il Grande Vecchio dei
Tarocchi: l'Eremita.

Nella storia dei miti e delle religioni, una figura simbolica ha sempre attraversato trasversalmente un po' tutti i popoli: è quella del Grande Vecchio. Già in alcune cosmogonie antiche (le storie sulla nascita del mondo) si parla in modi diversi del Grande Vecchio (o del Vecchio). Nell'Apocalisse il Verbo è presentato con i capelli bianchi. Il nome del filosofo cinese Lao Tzu, tradizionalmente fondatore del Taoismo, significa letteralmente Vecchio Maestro.


Luci ed anche alcune ombre avvolgono la storia (o il mito?) di Francesco Cossiga. Sono convinto tuttavia che in un momento come questo, la razionalità debba cedere il passo all'emotività di un lutto, che deve essere vissuta con intensità e rispetto.
La storia, in seguito, proverà ad essere giudice terrena.
Per ora, rimane il ruolo storico di assoluta rilevanza di Cossiga nell'Italia del '900.

E dunque addio, Francesco: addio Grande Vecchio.


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

G. I FRUGONI, Opere poetiche, Parma 1779, vol. III, p. 163
Per un magnifico stronzo veduto a caso per istrada dall’autore - Sonetto XLI

Oh beato colui che ti formò,
piramidale stronzo che sei qui,
di cui non altro ancor più raro uscì
dacché nel mondo a braccia si cacò.

Te lungo, grosso e tondo architettò
quel bravo buco che per te s’aprì,
degno di stare esposto al chiaro dì,
eterno onor del cul, che ti stampò.

Tu, nobil parto, stai qui ritto in pié
con tanta grazia e tanta maestà,
che ognun che passa riverir ti dé.

Scendi, e del lauro, che sul crin ti sta,
questo vero de’ stronzi invitto Re,
Messer Apollo a coronar ten va.

Ma pian per carità,
che nel toccarlo nol guastassi tu,
ché stronzo così bel non nasce più.

Unknown ha detto...

Mi auguro che il destinatario dei versi sia il sottoscritto, più che altro in rispetto della locuzione parce sepulto ("dai perdono a chi è sepolto)

Rivolgo in ogni caso un saluto all'anonimo viandante che ha inteso lasciar traccia del suo passaggio (!) con un tributo a Carlo (la G puntata era forse un refuso?) Innocenzo Frugoni (Genova, 21 novembre 1692 – Parma, 20 dicembre 1768), librettista e poeta italiano, autore del sonetto postato.

Anonimo ha detto...

Molto difficile dare un giudizio su Francesco Cossiga.Certo una personalità che ha lasciato un segno nella vita politica italiana. Io sono stato un suo avversario quando, Presidente della Repubblica, si trasformò in "picconatore" e non l'ho particolarmente stimato negli ultimi anni quando credo avrebbe potuto spendere meglio il suo carisma per difendere le istituzioni. Memorabili certe sue battute. Massimo

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