Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 15 agosto 2010

Le "Calippo girls", ovvero le coatte di Ostia, già scritturate per un film!

Sarà la canicola, o l'incubo di una notte di mezza estate, ma due parole sulle "Calippo girls", oggi le voglio dire.
Come chi sono le Calippo girls (dette anche Calippine)! Beh, lo ammetto, che l'avessero ridenominate Calippo Girls l'ho appreso anch'io da poco. Il video di Debora (senz'acca!) e Romina, due giovani della provincia di Roma intervistate sulla spiaggia di Ostia poche settimane fa, era subito diventato il tormentone dell'estate (di certo sul web, ma ha avuto l'onore della cronaca anche sui nostri attentissimi telegiornali, Rai e Mediaset), al grido di "me so pijata er calippo e 'na bira", "sto a fa la colla", e via dicendo! Se l'avete perso, intanto, potete vederlo QUI.
Il successo si deve alla parlata vagamente romanesca delle due, che sono riuscite a far scomodare addirittura Pasolini (lo stesso Carlo Verdone l'ha citato!).


La notizia, ora, è tuttavia un'altra: il tam tam mediatico ha ancora una volta modellato la realtà, innescando, come sempre più spesso accade con quello che parte dalla rete, una reazione a catena degna di riflessione. Le due Calippine infatti, dopo essere salite sul palco al fianco del comico romano Maurizio Battista in un suo spettacolo al Colosseo, sono state ingaggiate dallo stesso Battista per una comparsata nel suo prossimo film.
Resta da capire, al solito, se ci sta guadagnando più il comico per il lancio del film, o le Calippine lanciate a grande velocità nel firmamento dello spettacolo... La risposta ovviamente è: ci guadagnano entrambe le parti.
Va bene che lo spettacolo è lo spettacolo, l'audience è l'audience, e via discorrendo. Ma la domanda che sorge spontanea è: noi piuttosto, dico noi (lettori, spettatori, ecc. ecc.) ci guadagniamo o ci perdiamo?

Io un'idea ce l'ho. 

Ma oggi è Ferragosto e quindi: auguri a tutti, Coattine comprese!


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