Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 21 febbraio 2012

Gli intrighi della finanza.

Sede della Bce (Frankfurt am Main )
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Per avere un'idea di quanto sia difficile capire qualcosa sulla grave crisi finanziaria che scuote il vecchio continente (e non solo), prendiamo in esame una sola questione: la paventata perdita  (si legga qui l'articolo della catastrofista Loretta Napoleoni) da parte della Bce in caso di default o ristrutturazione del debito greco.

Vediamo dunque come stanno le cose.
1. La Bce possiede 50 miliardi di euro - valore nominale - di titoli greci.
2. I titoli sono stati acquistati sul mercato secondario* ad un costo di di 38 miliardi.
3. I titoli in questione prevedono la clausola di azione collettiva, ovvero la possibilità da parte del debitore (in questo caso la Grecia) di imporre una perdita (il cosiddetto haircut) al proprio creditore (in questo caso la Bce). Si tratterebbe di una perdita del 70% del valore nominale.

Già questi tre punti realizzano una situazione paradossale.

I trattati europei, infatti, non consentono al debitore di avvalersi della clausola di azione collettiva nei confronti della Banca Centrale. 
Quindi, qualora la Grecia imponesse un taglio del 70% sui titoli (che costerebbe alla Bce 23 miliardi dei 38 spesi), l’Ue si troverebbe in una strada senza uscita: la natura dei titoli (dotati, come detto, di clausola di azione collettiva) le imporrebbe di accettare l’accordo, mentre i trattati europei glielo impedirebbero. 

Se ne deduce che c'è qualcosa da rivedere in questo intricato labirinto.

Fortunatamente, a quanto si dice, la Bce avrebbe trovato un escamotage per evitare lo stallo.

Sembra infatti certo che effettuerà uno scambio (swap è il termine tecnico): i vecchi titoli dotati di clausola saranno sostitui da nuovi titoli (stesso valore nominale) non gravati dalla clausola. Sicché la Bce non solo uscirà dall'impasse ma ne ricaverà un guadagno netto del 24% cioè di 12 miliardi. Dunque - a dispetto delle cassandre - più viva che mai.

Ed ora la lieta novella: i 12 miliardi saranno girati dalla Bce alla Grecia che così si ritroverà a disporre quasi dell'intera somma (14,4 miliardi) necessaria per la liquidazione dei prossimi titoli in scadenza evitando così di dichiarare default il 20 marzo prossimo.

Credo che questa vicenda illustri a sufficienza quanto siano complicati gli aspetti economici e finanziari da cui dipendono i nostri destini. Ancora una volta dobbiamo riflettere sulla necessità di individuare dei referenti - esperti, intellettuali, scienziati, politici - ai quali affidarci per tutte quelle questioni la cui complessità non consente approcci superficiali.

Compito certamente arduo per il cittadino, me ne rendo conto, ma ineludibile: è questo a mio avviso il solo modo in cui possiamo concorrere concretamente alla gestione della cosa pubblica.
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*L'acquisto sul mercato  secondario riguarda l'acquisto di titoli già in circolazione. Nel caso di titoli di nuova emissione si parla invece di mercato primario.


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