Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 28 febbraio 2012

Neppure davanti alla morte.

Luca Abbà, 37 anni, No Tav, è in coma farmacologico.

Il Giornale della famiglia Berlusconi, titola così la prima pagina di oggi:



Stessa solfa nella versione online:



L'organo di stampa del Partito dell'Amore - come Silvio Berlusconi ribattezzò il PdL - sceglie scientemente di definire "cretinetti" un uomo in fin di vita.

Il rispetto per la diversità delle idee... per i familiari e gli amici di un italiano - uno di noi, comunque la si pensi - sospeso tra la vita e la morte... 

La ridefinizione stessa dei concetti di vita e di morte, che variano a seconda dell'identità di chi vive o muore (si veda il caso recente di Oscar Luigi Scalfaro)...

Titoli come quello di oggi sono un manifesto ideologico cristallino: lo specchio più fedele della sordida mentalità per cui gli avversari sono soltanto nemici

Da abbattere, possibilmente.

Magari sputandoci sopra, perché no.

Cari Sallusti, Feltri, Belpietro (Libero titola "I No-Tav si fanno il martire"...), gran maestri di metodi-Boffo, propalatori di dossier, dare voce all'Italia peggiore è senz'altro uno sporco lavoro.

Ma lo confesso: non sono per niente sicuro che "qualcuno lo debba pur fare".

Martin Luther King disse:
Nulla al mondo è più pericoloso che un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa.
E in quel "pericoloso" sta tutto il senso di un giornalismo drogato che non riesce più a contenersi davanti a niente.

Neppure davanti alla morte.


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