Il Presidente Monti aveva dato 90 giorni agli esponenti del governo per pubblicare i loro redditi.
L'operazione trasparenza scadeva ieri, 14 febbraio.
Risultato? Decisamente opaco, per ora: solo 3 redditi pubblicati.
E una
circolare-ultimatum che fissa in martedì prossimo - 21 febbraio - il termine ultimo per mettersi in regola.
Nell'attesa, è forse il caso di rammentare che una simile iniziativa è da tempo in corso nel nostro beneamato Parlamento, su proposta dell'Onorevole Rita Bernardini.
In sostanza per pubblicare i redditi (consultabili presso Camera e Senato che raccolgono i dati in appositi Bollettini) c'è bisogno di un'autorizzazione del singolo parlamentare.
Situazione al momento: hanno autorizzato la pubblicazione 224 su 945 parlamentari. Praticamente il
23,7% dei parlamentari (dati
Openpolis).
Al riguardo, pensando potesse essere interessante qualche percentuale più specifica, ho fatto un paio di calcoli incrociando i dati.
Ecco cosa è venuto fuori, dai più trasparenti ai meno:
- PD: ha autorizzato la pubblicazione della propria dichiarazione dei redditi il 44,8 % (139 parlamentari su 310)
- IDV: 36% (12 su 33)
- UDC: 15% (8 su 53)
- FLI: 13% (5 su 38)
- PDL: 12% (42 su 338)
E vince l'opachino d'oro... la Lega Nord: 4,7% (4 su 84)!
No, dico: quattro-virgola-sette per cento.
Se si tiene conto di dati come questo, o come quello relativo al
ricorso pro vitalizi -15 su 26 erano della Lega - c'è di che riflettere, mi pare.
Altro che opposizione dura e pura.
"Dura" passi pure.
Sull'attaccamento ai privilegi e la questione della trasparenza mi sembra invece ci sia qualcosa da rivedere.
O sbaglio?
L'operazione trasparenza e l'opachino d'oro.