Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 17 febbraio 2012

La coerenza prima di tutto.


Riassunto delle puntate precedenti.

In ottobre la Corte Costituzionale dichiara incompatibile il doppio incarico sindaco-parlamentare.

Il 14 dicembre la Camera conferma l'incompatibilità sindaco-deputato.

Il 21 dicembre il Senato sconfessa la Consulta e sancisce la compatibilità sindaco-senatore.

Due giorni fa, il 15 febbraio, la Giunta per le elezioni della Camera - la stessa che concordò con la Consulta nel caso dei sindaci! - ha sancito con 16 voti favorevoli e 11 contrari (di PD e Api) la compatibilità tra gli incarichi di Presidente di Provincia e deputato.

Salvando, naturalmente, 8 Presidenti di Provincia: 5 del PdL (tra cui Gigino a Purpetta, alias Luigi Cesaro,  Presidente della Provincia di Napoli, per il quale il PdL aveva già provveduto a modificare il proprio regolamento interno somma-incarichi), 2 della Lega, 1 dell'UdC.

Uno dei sopravvissuti, il Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli (PdL), intervistato stamani da Alessandro Milan nella trasmissione radiofonica 24 Mattino su Radio 24, ha affermato che in fondo è giusto così perché gli elettori che lo hanno votato sapevano che lui era un deputato (è la stessa motivazione data da chi ha votato sì nella Giunta della Camera).

Ebbene, in queste motivazioni sta tutta la filosofia politica del nostro amato centrodestra.

Il voto del popolo come metro di equità (o iniquità) di una norma o di un principio. 
Questa, per loro, è la democrazia
Fare in modo non che il voto sia legittimo, ma che il voto legittimi
Una sottile forse, ma nondimeno pericolosissima differenza.

Né più né meno che se si dicesse: pazienza che un tale sia stato condannato - che so - per peculato. Se gli elettori, pur sapendolo, lo votano, allora è giusto così.
Oppure: pazienza che uno sia già Presidente della Provincia di Salerno. Può esserlo anche di quella di Napoli, o di Milano, o di Agrigento, o di tutte insieme, perché no?! Se gli elettori lo votano sapendo che ha già altri 20 incarichi, è giusto così.

Sarebbe forse il caso che qualcuno cominciasse a chiedersi come mai gli attori protagonisti, in vicende come queste, siano sempre gli stessi: PdL e Lega (cui l'Udc non disdegna di associarsi, quando fa comodo).

Diciamocelo: di questa infinita telenovela dell'anello al naso, francamente, non se ne può davvero più.


Quanto al Segretario del PdL Angelino Alfano, invece, sarebbe così gentile da spiegare agli italiani come si concilia il voto dei deputati del Popolo della Libertà in Giunta con lo sbandieratissimo principio "una testa-una sedia"?

Restiamo in attesa, grazie.


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