E tuttavia sono consapevole del fatto che dire la mia, oggi, sulla questione all'ordine del giorno nella politica italiana, la richiesta a gran voce di dimissioni per Gianfranco Fini, sia un po' come aprire il vaso di Pandora.
Gli italiani, lo so bene, sono oramai da anni spaccati in due: da una parte pro, dall'altra contro (prima ancora, a mio parere, che l'appartenenza destra e sinistra). Pro o contro chi?
Lui, naturalmente: Silvio Berlusconi. So bene quindi che se dico una parola pro Silvio, il 50% degli italiani si schiereranno contro di me, se la dico contro, mi sarà ostile l'altro 50%.
E tuttavia di politica bisogna parlare, proprio per questa spaccatura così netta e recisa dell'opinione pubblica sulla politica: bisogna parlarne soprattutto per riguadagnare uno spazio di discussione nel quale, a prescindere se si è dell'una o dell'altra fazione, ci sia un linguaggio che ci accomuna nei valori di base, che vengono prima degli schieramenti, prima delle persone e che non devono dipendere da chi votiamo (o da quello che dice chi votiamo).
Una vera nazione si riconosce nei valori fondanti la collettività ed è su questo che dobbiamo riappropriarci di un dialogo e tornare a parlare la stessa lingua: poi ci divideremo nei programmi, nei colori politici, nella persona da votare. Un passo indietro dunque, o meglio in avanti: il primo valore ineludibile deve tornare ad essere la coerenza. Non si può dire oggi una cosa, domani l'altra: un politico, se vuole sconfessare se stesso, deve fornire delle buone ragioni. E se non lo fa, bisogna chiedere conto del ripensamento e farsi spiegare. E se le spiegazioni non vengono, si deve cominciare a dubitare, e più diventano frequenti i ripensamenti senza spiegazioni, più devono diventare numerosi i dubbi.
Detto ciò, vengo alle dimissioni di Fini. E' mai possibile, in nome della coerenza, che praticamente un intero partito (il Pdl) chieda a gran voce le dimissioni di Fini per un fatto legato all'etica in cui non si vede traccia di alcun illecito, quando il proprio leader Berlusconi è pluriindagato da anni (uno per tutti: il caso Mills) e non si è mai parlato di dimissioni?! Mi chiedo e vi chiedo: coerenza non vorrebbe che il PdL riservasse a Fini lo stesso trattamento che da anni riserva al proprio leader per questioni ben più pelose?! La cosa, vista così, non sembra un po' paradossale? Non appare un trattamento del tipo "due pesi e due misure"?!
Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! |
1 commenti:
... E la telenovela continua!
Il Giornale contro Fini: 8°, non dire falsa testimonianza.
Posta un commento