Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 12 agosto 2010

Montezemolo in politica? L'uomo forte vs i modelli vincenti.

A quanto sembra Montezemolo si sta preparando a scendere in campo... o vi è già sceso?!
Le sue dichiarazioni appaiono improntate alla cautela nello schierarsi a destra o a sinistra (ad eccezione del giudizio poco lusinghiero sul governo Berlusconi). Questo è probabilmente il  segno che il target elettorale, se mai decidesse il grande passo, potrebbe essere quello di intercettare più voti possibile da un lato e dall'altro, cercando di ottenere un consenso trasversale. La mia netta sensazione è che Montezemolo stia temporeggiando proprio nell'attesa che Berlusconi cada ed egli lo possa sostituire, incarnando la nuova figura di imprenditore di successo, votato a risollevare le sorti del paese in declino e a far rivivere il sogno, così tipicamente italiano, dell'uomo "forte", capace di spazzar via, praticamente da solo, tutti i problemi e tutte le difficoltà.
Non so se quest'impresa dell'era post-berlusconiana, che presto o tardi è destinata ad arrivare, vedrà Montezemolo protagonista vincitore. Non credo nella filosofia, o meglio nell'utopia dell'uomo forte (ne subisco talvolta il fascino, lo ammetto, ma per un malsano istinto che non va d'accordo con la ragione). E tuttavia  sono un assertore convinto dei modelli (di successo) che talune persone possono incarnare e -soprattutto - applicare. Se Montezemolo, nella politica italiana, potesse esportare il "modello ferrari", l'uomo giusto al posto giusto unitamente alla filosofia del lavoro di squadra, alla concezione del team per valorizzare l'individuo, allora chissà... Sarei curioso, se questo fosse il modello, di leggere un eventuale programma di governo.
Non so quando, ma ho idea che ne riparleremo.


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