Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 21 agosto 2010

Obama e la moschea: la logica malata.


"Obama si smentisce"

"Obama fa un passo indietro"

"Dietro front di Obama"

"Obama: un passo avanti due indietro"

"Obama fa marcia indietro"

"Obama rettifica"

Questo il tenore di molti titoli (fra giornali, siti e blog) sulle dichiarazioni di Obama dopo il vespaio suscitato dalle sue parole sulla possibilità di una moschea a Ground Zero.

La superficialità nel riportare i discorsi, in taluni casi, e la strumentalizzazione, in molti altri, delle parole di Obama sono da un lato disarmanti, dall'altra seriamente preoccupanti.


Riporto la notizia riportata giorni fa da APCOM con la traduzione della presunta 'marcia indietro' di Obama :

Panama City (Florida), 14 ago. (Apcom) - Costruire una moschea sul Ground Zero di New York costituisce "un diritto": lo ha ribadito il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, precisando però di non essersi espresso e di non volersi esprimere "sul buon senso di una simile decisione". Mi sono riferito in modo assai specifico al diritto, diritto che data dalla fondazione" del Paese, ha spiegeto Obama in conferenza stampa, alludendo alla libertà di culto garantita dalla Costituzione: "Penso che sia assai importante, per quanto tali questioni siano difficili e controverse, restare concentrati su ciò che siamo in quanto popolo e su che cosa rappresentino i nostri valori".
Il problema, a parer mio, è che sempre di più si sta perdendo la cognizione del linguaggio e delle sue implicazioni (o che lo si usa sempre più come un'arma distorsiva?). 

Parlare e ascoltare: ci riusciamo ancora?
Puntualizzare, non equivale necessariamente a smentire. La logica (che sarebbe da insegnare a scuola e senza la quale ogni discorso può significare tutto e il contrario di tutto) aiuterebbe meglio a capire alcune distinzioni, che non sono affatto di lana caprina!

Provo a spiegarmi.

Se io Obama dico: (a) Il diritto di fede va rispettato e dunque chiunque può costruire una moschea, di qualsiasi religione sia;
e interpretano (b) ritengo ottima l'idea di una moschea a Ground Zero (questa è stata la strumentalizzazione),
allora io ribadisco: non ho detto 'b' (cioè che un'ottima idea), ho detto 'a', cioè che gli States sono un paese libero e chiunque, indipendentemente dalla religione, ha gli stessi diritti.

Dov'è la marcia indietro, la smentita, ecc. ecc.?

Mi auguro non sembri di poco conto attribuire il giusto significato alle parole: guardate la tempesta mediatica che si è scatenata? Ha un senso tutto questo? 



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1 commenti:

Unknown ha detto...

Sono contraria alla costruzione di un qualunque tempio a Ground Zero: qualunque fosse la fede scelta risulterebbe essere una provocazione. La Moschea poi assolutamente no. Anche se posso capire il messaggio (pacificazione, integrazione, fratellanza etc),infatti, sarebbe del tutto inaccettabile che l'esito del terribile attentato di Bin Laden fosse la sostituzione delle twin towers con una moschea.
maria assunta

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