Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 30 aprile 2012

Honi soit qui mal y pense...

Dal rapporto Sos Impresa di Confesercenti.
Spiace dirlo, ma è accaduto quello che un po' tutti si aspettavano.

Dopo le incredibili esternazioni di Beppe Grillo a Palermo - alle quali abbiamo risposto ieri - in mattinata arriva l'arringa difensiva del Movimento 5 stelle e, nel primo pomeriggio, quella di Beppe Grillo stesso dalle pagine del suo blog.

Ecco le parole attribuite al candidato sindaco Riccardo Nuti, che dopo aver rivendicato l'impegno del Movimento 5 stelle contro la mafia, avrebbe dichiarato:
Ancora una volta abbiamo avuto la conferma che ci sono mezzi di "informazione" che tentano solo di denigrare il Movimento. Beppe Grillo nei suoi interventi utilizza spesso dei paradossi ed estrapolare una frase dal contesto è pretestuoso oltre che ridicolo: la dichiarazione che alcuni hanno contestato, fa infatti parte di un ragionamento molto più ampio e complesso. 
Non solo dunque nessuna presa di coscienza della gravità di quanto detto dal comico genovese - "la mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti" - ma addirittura il rilancio accusatorio ai "mezzi di informazione che tentano solo di denigrare il Movimento".

Ecco invece l'esegesi di Grillo delle sue stesse parole rilanciata sul suo blog:
La mafia ha tutto l'interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare? La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e anche morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato si spostano nel successivo. Questo è il senso delle mie parole di ieri a Palermo. Honi soit qui mal y pense.
Nessuna scusa, dunque, nessun passo indietro.
E pazienza se qualcuno si è risentito, se qualcuno ha pensato ai bambini sciolti nell'acido o ai magistrati saltati in aria.
Eppure sarebbe bastato, almeno, un semplice "mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole".

Perché vedi, caro Beppe, le vittime delle mafia non sono solo quelle cui la mafia chiede il pizzo e non sono solo quelle legate al territorio - basti vedere le ultime indagini sulle infiltrazioni sempre più consistenti al Nord -: le vittime siamo tutti noi, è il paese intero, chiunque lotti nel suo piccolo contro la corruzione e l'illegalità, fin troppo spesso perdendo tutto quello che ha o che potrebbe avere. 

La lotta contro la finanza internazionale è senz'altro un obiettivo sfidante.

Ma per quanto mi riguarda sono sempre stato convinto che l'unico modo per combattere i sistemi ed arrivare a scardinarli sia quelli di lottare dal basso, ciascuno portando avanti i propri valori sani, le proprie competenze, i propri no alle ingiustizie e ai soprusi.

Prima di arrivare alla finanza internazionale, insomma, cominciano da casa nostra.

E quindi da Cosa Nostra.

Anche perché, caro Beppe, sai qual è la prima banca dello stato?

La Mafia: con un fatturato di 138 miliardi di euro e 50 imprese uccise ogni giorno

Ho detto "uccise"?

Volevo dire "strangolate".


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