Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 21 aprile 2012

Non si vive di solo pane.

David Brooks
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Nel post Inconscio: Freud aveva ragione? ho parlato dell'importanza dell'inconscio secondo gli ultimi studi delle neuroscienze.
David Eagleman, un brillante scienziato, riassume con queste parole il concetto fondamentale:
 I nostri cervelli sono guidati da un pilota automatico... la mente cosciente ha scarso accesso alla grande e  misteriosa fabbrica che lavora di sotto.
David Brooks, il celebre commentatore di  politica e cultura del famoso quotidiano The New York Times, torna sull'argomento nel suo ultimo saggio da poco uscito in Italia col titolo L'animale sociale. Alle origini dell'amore, della personalità e del successo* (Codice editore, 29 marzo 201).

Brooks illustra una tesi di enorme interesse che penso di poter riassumere così: le discipline più moderne che studiano il cervello umano - le neuroscienze, la sociologia, l'economia comportamentale, la psicologia -  hanno operato l'ennesima rivoluzione copernicana.  L'uomo non è più da considerarsi  una medaglia con due facce: da un lato la ragione che guida, dall'altro le passioni che devono essere controllate. È l'inconscio il vero pilota, e purtroppo noi ignoriamo quasi tutto di lui. 
È come se vivessimo in una casa dove abbiamo sempre saputo che c'era un seminterrato. Ora però abbiamo scoperto che quel seminterrato è molto più grande di quanto avessimo mai pensato,
scrive David Brooks. 

Una conseguenza notevole di questo fatto è che l'uomo non è un animale razionale e individualista: al contrario, è un animale sociale, definito dalle relazioni con gli altri e legato ai suoi simili.
Come intuì il grande Isaac Singer:
L'uomo non vive secondo ragione.
Ciò deve indurci ad operare un importante cambiamento, soprattutto nell'ambito dell'educazione e della formazione dei giovani, come ben si comprende dal brano di Brooks che riportiamo:
La società di oggi ha creato un gigantesco apparato per lo sviluppo delle competenze tecniche, mentre è inadeguata quando si tratta di valorizzare quelle facoltà morali ed emozionali che giacciono più in profondità. Ai giovani in generale viene insegnato come riuscire a superare mille gironi scolastici, quando invece le decisioni di gran lunga più importanti che dovranno prendere riguardano la persona da sposare e quelle con cui stringere amicizia, chi amare e chi disprezzare, e come controllare i propri impulsi. Su tali questioni vengono di fatto lasciati a se stessi. Siamo bravi a parlare di incentivi materiali, ma non altrettanto bravi a parlare di emozioni e intuizioni. Siamo bravi a insegnare le competenze tecniche, ma quando si tratta delle cose più importanti, come il carattere, non abbiamo quasi nulla da dire. Le ricerche condotte negli ultimi anni ci offrono un quadro più esaustivo di ciò che siamo.
Ecco la nuova frontiera.
Non poi così nuova, in fondo, dal momento che già Leonardo da Vinci ebbe a dire:
Ogni nostra cognizione principia dai sentimenti.
_________________________________________
* The Social Animal: The Hidden Sources of Love, Character, and Achievement pubblicato da Random nel marzo 2011. 


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Commenti (2)

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però nei concetti espressi c’è ancora un certo dualismo, ragione e sentimento, conscio e inconscio, mentre a mio modesto avviso questa visione polare va superata una volta per tutte

grande prof.w, mi permetta di inserire il mio pensiero, sull’argomento, e oso riportare al mio blog personale:

Il tema è molto interessante e controverso, e a tal proposito suggerisco la lettura del libro Siamo davvero liberi?, a cura di De Caro, Lavazza e Sartori, per i tipi delle edizioni Codice. Il tema fondamentale e di estremo interesse per un filosofo della mente è quello del libero arbitrio. Da qualche anno oltre ai tradizionali strumenti di indagine della psicologia e della filosofia si sono aggiunte le tecniche dei neuroscienziati, con risultati controversi ma di grande rilevanza filosofica e giuridica.
Il punto di partenza sono i famosi esperimenti di Libet, condotti nei primi anni ’80. Detto molto alla buona, si misurava l’attività elettrica nel cervello allorché viene presa la decisione di compiere un movimento. In termini più esatti si misurava il cosiddetto potenziale di prontezza motoria. L’aspetto dell’indagine che ha suscitato stupore e intenso dibattito è l’apparente incongruenza temporale. Si rilevò che il PPM, nelle aree prefrontali del cervello, si manifesta molto prima del momento in cui al soggetto pare di aver preso la decisione.

http://diegod56.wordpress.com/2011/12/11/la-focac...
Ho sempre pensato che proseguire gli studi oltre quelli dell' obbligo abbia grande valore non tanto (o meglio non solo) per la maggior quantità di nozioni apprese, ma per l'allungamento del periodo in cui i ragazzi stanno tra loro imparando ad affinare le competenze relazionali "tra pari", cosa quasi impossibile per un giovane che entri nel lavoro precocemente.
My recent post TRA PAGANESIMO ARTE E SUPERSTIZIONE

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